mercoledì 27 aprile 2005
«Ecco il nostro gran bel fiume, il Danubio blu!». Chinandoci dai finestrini del pullman per vedere meglio, quel giorno scorgemmo un fiume giallastro e fangoso. Dissi allora: «Il Danubio blu! Non è affatto blu e nemmeno molto bello il vostro fiume!». La giovane rispose seccata: «Lei è troppo vecchio! Non ne capisce nulla! Il Danubio è sempre blu per gli innamorati!».
Anch'io, quando vidi per la prima volta «il bel Danubio blu» molti anni fa, ebbi la stessa reazione del gesuita francese Pierre Ceyrac, vissuto per mezzo secolo in Asia, tra gli ultimi della terra, e rientrato in Europa (il racconto è nel suo bel libro Pellegrino delle frontiere della Jaca Book). La risposta che la giovane dà al vecchio missionario rivela, però, una verità profonda che egli riconosce: «Come aveva ragione! È tutto così bello quando si è innamorati! Quando si ama una ragazza, lei è certamente la più bella del mondo!». L'amore trasfigura la realtà anche quando essa è grigia e quotidiana.Sempre identico è lo specchio d'acqua di un lago. Eppure se è una giornata senza sole, esso sembra una lastra metallica opaca. Se invece brilla il sole, ecco davanti a noi una tavolozza di colori e di immagini. Il ragazzo che il giorno prima tirava a campare fino a sera senza entusiasmo, quando si innamora, già il giorno dopo vive le ore - identiche a prima - con un fremito di gioia e tutto si trasfigura e si illumina. È per questo che dobbiamo avere un germe d'amore per poter vivere con intensità una scelta, una vocazione, anzi la stessa esistenza. E amore è donazione. C'è un bellissimo sottotitolo nel libro di p. Ceyrac: «Ciò che non è dato è perso». Come egli spiega, si tratta di una frase scritta da un visitatore sul "libro d'oro" di un lebbrosario indiano.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: