giovedì 2 giugno 2022
Ci si rende conto del vero valore delle cose solo quando le perdi. Prima magari neanche ci facevi caso, le davi per scontate, ovvie. Poi, d'un tratto, pufff... non c'è più, svanita in un battito di ciglia. Semplicemente a un certo punto ti giri e ti accorgi che se n'è andata per sempre. E non è il valore venale delle cose che le rende preziose, è il valore che hanno per te e solo per te. Negli anni casa mia è stata "visitata" tre volte dai ladri, quando ancora non abitavamo dove stiamo oggi. Ci hanno fatti neri, come si dice, rubandoci tutto quello che avesse un qualche valore. Ma a distanza di anni quello che ci manca davvero è la catenina di suo padre, a mia moglie, e, a me, l'orologio di mio papà.
Mano a mano che cresci ti accorgi che quello che ti manca è solo ciò che ti puoi portare appresso senza bisogno di una valigia, e neppure una minuscola borsetta. Non è la gioventù, che passa sempre troppo in fretta, e neppure la salute, e ve lo dice uno che la Sla ha inchiodato a un letto, perché giovinezza e salute sono istanti della vita. Quel che puoi portarti appresso sono i sogni in cui hai creduto e le passioni che hai inseguito, i ricordi belli, l'amore che hai ricevuto e dato. È tutto quello che ti riempie il cuore e, anche se non te ne rendi conto, ti fa svegliare ogni mattina e incominciare il giorno nuovo che ti aspetta.
Ho letto la prima volta Il piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery quando avevo dodici anni, e da allora lo avrò riletto cento volte, e spero che le mie figlie – che ho "obbligato" a leggerlo – faranno lo stesso. Perché ogni volta ci puoi trovare qualcosa di nuovo. A un certo punto, nel libro, c'è un dialogo tra il protagonista e una volpe che ho sempre trovato quasi magico: «"Vedi, laggiù fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano". La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: "Per favore... Addomesticami", disse. "Volentieri". Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina "Ah" disse la volpe, "...piangerò". "La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi". "È vero", disse la volpe. "Ma piangerai!" disse il piccolo principe. "È certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni?". "Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano"». Ognuno ha il suo colore del grano dentro al cuore. Anche quando non lo sa.
(74-Avvenire.it/rubriche/Slalom)
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