mercoledì 23 marzo 2005
E' facile, terribilmente facile scuotere la fiducia di un uomo in se stesso. Approfittarne per spezzare il suo spirito è opera diabolica. Nella vita tutti abbiamo avuto l'occasione di imbatterci in persone che hanno il dono di infondere fiducia, anche nelle situazioni più drammatiche. Sono quelle " per usare una locuzione popolare " del "bicchiere mezzo pieno", capaci di stimolare sempre il fremito della speranza e dell'incoraggiamento. Ma tutti abbiamo talora incrociato persone pronte a spingere in basso chi è già in difficoltà, forse anche con una sottile punta di sadismo. Lo scrittore inglese George Bernard Shaw, in una battuta della sua opera teatrale Candida (1895), coglie l'aspetto satanico di questo comportamento, sottolineandone la carica eversiva. Si punta, infatti, a minare la fiducia in se stessi che ciascuno di noi possiede e che ci permette di entrare nel mondo, di incontrarci con gli altri, di esprimere idee e offrire un contributo allo sviluppo della società. Sono tanti i modi coi quali è possibile incrinare questa sicurezza. C'è l'altezzosità del sapere di un maestro che umilia il discepolo; c'è la pesantezza della critica da parte di un collega; c'è l'incomprensione di un genitore o la superficialità di un amico o l'offesa di un avversario. Certo, c'è una fiducia in se stessi che è mera superbia, ostinazione o pervicacia. Ma per ognuno di noi è necessario avere una sicurezza interiore, il coraggio di accettarci e di impegnarci, nella consapevolezza che tutti hanno un dono da offrire agli altri, hanno un posto da occupare nella società, hanno un pur piccolo segno da lasciare nella storia dell'umanità.
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