sabato 16 giugno 2018
“Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo”. Sono le due famosissime immagini con le quali Gesù, secondo il Vangelo di Matteo, vuole trasmettere ai suoi discepoli il senso della loro missione e della loro testimonianza. «Il sale, nella cultura mediorientale – ha spiegato una volta, nel febbraio 2011, Benedetto XVI – evoca diversi valori quali l'alleanza, la solidarietà, la vita e la sapienza. La luce è la prima opera di Dio Creatore ed è fonte della vita; la stessa Parola di Dio è paragonata alla luce... La sapienza riassume in sé gli effetti benefici del sale e della luce: infatti, i discepoli del Signore sono chiamati a donare nuovo “sapore” al mondo, e a preservarlo dalla corruzione, con la sapienza di Dio, che risplende pienamente sul volto del Figlio, perché Egli è la “luce vera che illumina ogni uomo”».
Già, ma come? Secondo quale stile, quale atteggiamento si può essere davvero sale e luce? Papa Francesco ne ha parlato martedì scorso, nell'omelia della consueta messa mattutina nella cappella di Santa Marta, ricordandoci questi tratti fondamentali della missione e della testimonianza che ogni cristiano è chiamato a rendere. E, soprattutto, ricordandoci che missione e testimonianza non vivono solo di “grandi gesti”; al contrario, esse vivono in primo luogo e soprattutto nelle piccole azioni quotidiane, secondo un ritmo «che inizia la mattina, quando ci si sveglia, e termina la sera, quando si va a dormire», dice il Papa. Non solo: perché così come il sale è invisibile ma fondamentale per dare sapore alle pietanze e allo stesso modo la luce, che viene data per scontata, è ricercata nelle ore di buio, così anche il cristiano deve rappresentare una presenza che non si vede, ma la cui assenza si sente, eccome.
È proprio da qui che si capisce come «l'umiltà» sia il vero tratto distintivo della vita di ogni credente, perché quello a cui dovrebbero aspirare tutti i cristiani è essere «anonimi nella vita». Sta qui la fine di ogni alibi personale, lo smascheramento di ogni scusa, pretesto, vigliaccheria. Perché, appunto, la testimonianza non passa attraverso chissà quali eroismi, ma appunto attraverso l'anonimato dei piccoli, ma costanti, gesti, funzionali a che «gli altri vedano e glorifichino il Padre». «Neppure ti sarà attribuito alcun merito – ha aggiunto Papa Francesco – noi quando mangiamo non diciamo: “Ah, buono il sale!”. No! semmai diciamo: “Buona la pasta, buona la carne”. E così di notte, quando andiamo per casa, non diciamo: “Buona la luce”, no. Ignoriamo la luce, ma viviamo con quella luce che illumina». Dunque i cristiani sono «sale per gli altri, luce per gli altri», che significa essere «sempre al servizio» in quanto «perché il sale non insaporisce se stesso, né la luce illumina se stessa». Servizio umile, «piccolo», perché «al supermercato il sale si vende non a tonnellate, no ... In piccoli sacchetti; è sufficiente. E poi, il sale non si vanta di se stesso perché non serve se stesso. Sempre è lì per aiutare gli altri: aiutare a conservare le cose, a insaporire le cose. Semplice testimonianza». E se a qualcuno tutto questo sembra poco, ci si dovrebbe sempre ricordare che il Signore «con poche cose nostre fa dei miracoli, fa delle meraviglie». Basta non dimenticarsi mai che tutto è grazia, tutto è un dono. Non dimenticarsi che «non siamo protagonisti dei nostri meriti – ha detto Bergoglio – e una bella preghiera a fine giornata potrebbe essere domandarsi: “Sono stato sale oggi? Sono stato luce oggi?”. Questa è la santità di tutti i giorni, che il Signore ci aiuti a capire questo». Che è poi la cosa più importante.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI