domenica 1 settembre 2002
Accontèntati del Dio della tua vita e taci. Se a qualcuno non basta Dio, quale altra realtà potrà mai bastargli nella comunità, nel mondo?E' stato il maggior teologo protestante del Novecento, Karl Barth, nato nella città svizzera di Basilea nel 1886 e là morto nel 1968. Un parroco della diocesi di Milano ha scelto e mi ha inviato queste poche e semplici parole di quel teologo - tratte dalla sua Introduzione alla teologia evangelica (Paoline) - e io le propongo per questa meditazione domenicale. Sarebbe bello se, almeno in questo giorno festivo, il cristiano entrasse in chiesa non per chiedere qualcosa
ma solo per ascoltare Dio, non per sperare in una grazia ma solo per lodare la grazia divina che si effonde in lui e nell'umanità, non per trovare una soluzione ai propri travagli ma solo per scoprire una presenza.E' facile sentire nelle parole di Barth l'eco di un celebre canto di s. Teresa d'Avila, Nada te turbe, messo in musica recentemente da mons. Marco Frisina e cantato da Mina: «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, a chi ha Dio non manca nulla. Basta solo Dio. Tutto passa, Dio non cambia" Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, solo Dio, solo Dio basta». In realtà, noi ci aggrappiamo a tante cose; cerchiamo di colmare il nostro spirito con piaceri, emozioni, avventure, presenze. E sempre si avverte un vuoto, una fame, una sete, una domanda, un'attesa. E' questo il segno di ciò che ben esprimeva Pascal: «L'uomo supera infinitamente l'uomo», cioè ha oltre se stesso l'ultima risposta.
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