mercoledì 9 ottobre 2019
Ogni volta si gela il sangue nelle vene. La psichiatria parla di amnesia dissociativa e spiega l'inspiegabile con uno stato di stress, stanchezza, sfinimento mentale che causano un momentaneo black out della coscienza vigile.
Quando di colpo ti ritorna in mente il bambino che la mattina avevi legato al seggiolino, quasi sempre è tardi. I medici possono solo occuparsi di te e provare a contenere la tua disperazione.
Ultima vittima un bambino di due anni a Catania, dove tempo fa c'era già stato un caso simile. Negli ultimi 20 anni si contano almeno 600 morti "da seggiolino" nel mondo, e a breve in Italia saranno obbligatori dispositivi dotati di sensori anti-amnesia. La norma avrebbe dovuto valere dallo scorso luglio, un rimpallo burocratico Italia-Europa ne ha rallentato il percorso, ma ora il decreto di attuazione è stato firmato e dovrebbe entrare in vigore entro questo ottobre (quel bimbo di Catania forse l'avremmo ancora tra noi).
Quella scena che si ripete, insostenibile allo sguardo: sembra il loop di una fiaba spaventosa. Una specie di lupo che continua ad azzannare.
Ti chiedi se basti parlare di stanchezza, e non per azzardare giudizi: la compassione è l'unico moto consentito. Ti chiedi se da quella scena non parli disperatamente qualcosa per ricordarti che il posto dei bambini è davanti a tutto, prima del lavoro, degli straordinari, della carriera, di qualunque cosa.
Che non sia questa, la morale della favola tremenda?
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