martedì 15 febbraio 2005
Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno in cerca delle condizioni che desiderano e, se non le trovano, le creano. Così scriveva il commediografo irlandese Georges Bernard Shaw (1856-1950). Certo, il suo consiglio può avere anche un risvolto negativo, quello che si incarna nel self-made man, come si dice nella sua lingua, ossia l'uomo fatto da sé che spesso è arrogante, prevaricatore e sbrigativo. Il nostro Leonardo Sciascia era pessimisticamente convinto che questa fosse soprattutto una sindrome italica: «Tutti gli uomini che in Italia si fanno da sé è evidente che si fanno piuttosto male». C'è, però, nelle parole di Shaw un vigoroso appello che non bisogna ignorare. Troppo spesso, infatti, è forte la tentazione di incolpare sempre qualcuno dei propri insuccessi o fallimenti. Sul pedale dei diritti veri o presunti si pigia sempre il piede con rabbia, ma si tiene sempre il freno tirato sui propri doveri e sull'impegno personale. In questa linea, invece, ci si dovrebbe avviare con decisione, abbandonando querimonie e inerzie, nella consapevolezza che ci sono sempre occasioni propizie che vengono lasciate nel nulla, per superficialità o pigrizia. E se anche non ci fossero condizioni favorevoli, come ammonisce Shaw, bisognerebbe essere pronti a crearle attraverso uno sforzo di fantasia, di genialità, di vivacità personale. Si ricordi sempre la parabola dei talenti che, accanto al primato del dono divino, pone il vigoroso e intelligente impegno umano.
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