venerdì 10 giugno 2011
La verità è simile a Dio: non appare immediatamente, bisogna che la intuiamo attraverso le sue manifestazioni.

«Che cos'è la verità? disse Pilato per scherzo e non aspettò la risposta». Così, nei suoi Saggi, il famoso pensatore inglese Francesco Bacone ironizzava sulla figura del Pilato descritto dal Vangelo di Giovanni. Sta di fatto, però, che anche se disattesa e sbeffeggiata, la sua rimane una domanda che continua a serpeggiare nell'umanità. Molti appunto l'accantonano, altri le riservano risposte sbrigative, altri sono scettici sulla possibilità di una risposta. Noi oggi mettiamo sulla ribalta quelli che desiderano scoprire il volto autentico della verità. E a costoro il grande poeta tedesco Goethe indica una via nel testo citato: come Dio si svela mediante i suoi segni ed epifanie, così accade per la verità.
Ci vogliono, quindi, occhi limpidi e vigili, capaci di identificare le tracce che il vero dissemina nell'essere e nell'esistere, nello spazio e nella storia. Bisogna, tuttavia, essere molto sorvegliati e attenti nel procedere in questo itinerario di ricerca. Aristotele, nel suo trattato sul Cielo, giustamente osservava che «la più piccola iniziale deviazione dalla verità si moltiplica, man mano che si avanza, mille volte tanto» e così ci si allontana sempre più da essa. Un po' come avveniva nel campo descritto dalla parabola di Gesù, ove grano e zizzania crescevano insieme, così accade anche nella storia umana, ove non sempre è facile distinguere tra i frutti buoni della verità e quelli avvelenati della falsità. D'Annunzio diceva che «il falso e il vero son le foglie alterne d'un ramoscello», ed è necessaria molta cura per discernerle. È per questo che nel Vangelo di Giovanni lo Spirito Santo è detto «Spirito di verità» che svela la profonda e inconcussa verità che libera e salva.
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