sabato 31 marzo 2018
Aproposito di baby gang, bulli e combriccole varie: quindicenni cresciuti nel vuoto affettivo, privi di appoggi familiari e sociali ma anche provenienti da quartieri benestanti. Pochi sanno cosa significa viverci accanto. I docenti e gli educatori possono dirlo. Ogni volta che sento bestemmiare questi adolescenti, durante una partita di calcio o nel corso di una discussione, è come se sprofondassi in un gorgo. Ricorrono a un gergo irripetibile sfogando così la loro rabbia, l'insoddisfazione, la violenza. Quante volte glielo abbiamo detto? La sospensione dalle attività didattiche non serve a niente. Convocare i genitori risulta vano: o non si presentano oppure quando arrivano sono inaffidabili. Se decidessimo di essere rigidi e severi con questi ragazzi, li perderemmo definitivamente e andrebbero a incrementare la già altissima percentuale di dispersione scolastica. Se fossimo più concilianti, non metteremmo fine al loro turpiloquio. Una tentazione quasi irresistibile ti spinge a rinunciare. Abbandonare la presa. Fuggire. Invece, di fronte ai nuovi lebbrosi spirituali, bisogna scendere da cavallo, alla maniera di San Francesco, e andargli incontro. Devi essere pronto a tutto: ma nel momento in cui riesci a farli sorridere, anche solo per un istante, ecco, sarà quello il tuo Paradiso.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI