Tajani: indignano i morti a Gaza. Le opposizioni: perché ride?

Informativa del ministro alla Camera: «La reazione di Israele ha assunto forme inaccettabili, ma no all'isolamento». Poi la polemica sul sorriso di fronte agli attacchi delle opposizioni.
May 27, 2025
Tajani: indignano i morti a Gaza. Le opposizioni: perché ride?
Stefano Carofei / fotogramma.it | L'informativa di Tajani alla Camera su Gaza
Un’informativa infuocata. Sebbene il governo, attraverso il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, abbia alzato i toni verso il governo Netanyahu, le opposizioni hanno comunque ritenuto insoddisfacente e «ambigua» la posizione dell’esecutivo rispetto a quanto sta accadendo a Gaza. E quando alle critiche dure della minoranza lo stesso Tajani ha risposto sorridendo, il clima in Aula si è fatto ancora più pesante: le opposizioni hanno accusato il vicepremier di ridere su una tragedia, il vicepremier ha negato. «Sorrido degli insulti», la sua replica.
I fatti. Il governo è schierato quasi al completo. Salvini è a fianco a Tajani. Il vicepremier inizia chiedendo un minuto di silenzio «per le vittime palestinesi e israeliane della guerra». L’Aula sembra recuperare unità, ma è solo un’illusione.
La diversa postura dell’esecutivo rispetto al governo di Israele è però palpabile sin dalle prime parole del ministro degli Esteri: «La legittima reazione del governo israeliano a un terribile e insensato atto terroristico, sta purtroppo assumendo forme assolutamente drammatiche e inaccettabili, che chiediamo a Israele di fermare immediatamente. I bombardamenti devono finire, l'assistenza umanitaria deve riprendere al più presto, il rispetto del diritto internazionale umanitario deve essere ripristinato», ha insistito Tajani chiedendo al contempo ad Hamas il rilascio di tutti gli ostaggi. La linea più calcata dell’esecutivo si comprende anche quando Tajani, riprendendo Papa Leone XIV, dice che le «morti innocenti feriscono i nostri valori e indignano le coscienze». In ogni caso, prosegue Tajani, «il dialogo resta la via maestra». Dunque no all’«isolamento» di Israele e no ai «facili slogan». L’obiettivo restano «i due Stati», dunque l’Italia ritiene «mai accettabile» l’idea di espellere palestinesi. Anzi, Roma già sta collaborando ai piani di ricostruzione di Gaza.
Tajani ha voluto insistere molto sul ruolo dell’Italia sul fronte umanitario. Da “Food for Gaza” all’accoglienza di bambini nel Paese alla ricostruzione del sistema sanitario palestinese, l’Italia è impegnata con circa 110 milioni di euro. Tajani cita anche le parole di apprezzamento verso il governo italiano di padre Ibrahim Faltas, vicario custode di Terra Santa. E dunque è proprio in Italia, che mantiene una posizione di equilibrio, che non ci può essere spazio per «i rigurgiti di antisemitismo a cui assistiamo in questi giorni». Il riferimento a recenti fatti di cronaca non piace alle opposizioni, soprattutto ad Avs, che si sentono come “accusate” dal vicepremier. «Non si possono far ricadere sugli ebrei le azioni del Governo israeliano. Nessuno dovrà mai più avere paura perché ebreo», rimarca Tajani chiedendo solidarietà per Liliana Segre.
Quando prendono la parole le opposizioni, i toni sono subito molto netti. «Sono gli ultimi giorni di Gaza – dice il dem Peppe Provenzano -. La responsabilità tutta politica ricade anche su di voi, avete totalmente sbagliato la lettura politica di quello che accade in Palestina. La distruzione di Hamas era un obiettivo impossibile con le bombe, serviva la politica». A questo punto inizia la “battaglia delle risatine”. «Ministro continui pure a ridere – attacca Provenzano -. Noi ci vergogniamo per voi, perché bocciate la richiesta del riconoscimento dello Stato di Palestina, perché vi opponete alle sanzioni… Sospendete il memorandum di cooperazione militare, siate coerenti, altrimenti restano solo parole e vuota retorica». A margine, nel Transatlantico di Montecitorio, Tajani spiegherà che sorrideva per le accuse e gli «insulti» delle opposizioni. In particolare per M5s che definisce il governo «complice del genocidio». «Siccome sono un uomo di pace quando mi insultano sorrido. Vogliono strumentalizzare, ma io sorridevo ai toni insultanti. Quando si parla di onore e dignità posso solo sorridere», la difesa di Tajani. Anche se ormai il caso è decollato, con Orfini che parla di «risate davanti a 50mila morti».
Ma stavolta anche Azione e Italia Viva hanno considerato «blanda, flebile» l’informativa di Tajani. Sebbene il vicepremier abbia provato a smorzare preventivamente l’accusa di non essere incisivi verso Netanyahu. «Il governo non ha mai abbassato la guardia sui comportamenti del governo israeliano che abbiamo ritenuto meritevoli di censura», ricorda Tajani. Ma in risposta le opposizioni ricordano Salvini che «stringe le mani sporche di sangue di Netanyahu». Insomma toni altissimi per l’intera durata dell’informativa. Quanto alle armi per Israele, nella replica al Senato Tajani tira fuori dati che mettono in difficoltà in particolare M5s: «Le restrizioni sono in vigore dal 7 ottobre», dice. Poi ricorda, per quanto riguarda l'export, che si è passati dai 28 milioni nel 2019 (governo Conte 1) a 21 milioni nel 2020 (governo Conte 2), infine a 9,9 milioni nel 2023, prima delle restrizioni. «Cifre che parlano da sole», commenta il ministro. Anche se poche ore dopo, durante un question time del ministro Ciriani, il verde Bonelli ha ripreso il tema militare:«Do una notizia passata in silenzio - ha detto il leader ecologista - alcune settimane fa, nella base militare di Foggia, il 32° Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana ha ospitato gli F-35 israeliani per esercitazioni nei nostri cieli. Caccia che, una volta rientrati, sono stati impiegati nei bombardamenti su Gaza».
E ovviamente la polemica prosegue lungo tutta la giornata. Avs in particolare non accetta che il vicepremier faccia «allusioni pelose e insultanti nei confronti di chi ha detto no al genocidio in corso», allusione cioè a «guardare con qualche compiacenza all'insorgenza di antisemitismo». È il solo il preambolo della guerriglia politica che accompagnerà la manifestazione delle opposizioni del 7 giugno.

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