Puglia, Schlein convince Decaro. Ma ora Emiliano vuole rientrare
«Se si candida Vendola, ci sono anche io», avvisa il governatore uscente. Ma l'impasse è sbloccato, l'ex sindaco di Bari correrà per la Regione e la segretaria lo ringrazia: «Compatti vinceremo»

Le prime indiscrezioni sulla decisione di Antonio Decaro di accettare la candidatura a governatore della Puglia arrivano mentre la segretaria del Pd Elly Schlein si sta imbarcando per Bari, per poi fare rotta alla Festa dell’Unità di Bisceglie. Un appuntamento a cui la leader dem non intende certo rinunciare, determinata com’è a far prevalere la strategia unitaria su qualunque altra battaglia, come già dimostrato in Campania ai suoi fedelissimi Sarracino e Ruotolo (“sacrificati” in nome dell’accordo con il presidente uscente della Campania Vincenzo De Luca per la segreteria del Pd della regione al figlio Piero in cambio del via libera alla candidatura dell’alleato 5s Roberto Fico). Al suo fianco Francesco Boccia, capogruppo del partito al Senato, uomo di fiducia e - all’occorrenza - autorevole carta di riserva, per non restare con il cerino in mano per il dopo-Emiliano.
Boccia dal palco conferma la priorità dell’alleanza. «In sette Regioni su sette questo fronte è unito. Le sette regioni che vanno a chiedere il voto agli italiani sono la risposata migliore». Se dunque «oggi c’è la destra al governo» è «anche perché nel 2022 i partiti che oggi sono all’opposizione non riuscirono a costruire un programma comune. Penso che la lezione sia stata assimilata», dice il presidente dei senatori dem. Il vertice del Nazareno guarda oltre i malumori di Decaro, malgrado il bottino di preferenze che porta con sé l’ex sindaco di Bari. Schlein ha convinto Emiliano a farsi da parte, rimuovendo uno dei due ostacoli indicati dall’europarlamentare dell’area riformista. Ma nulla ha potuto sul secondo ostacolo, vale a dire sul ritorno in campo per Avs dell’ex governatore Nichi Vendola, che non intende rinunciare. E fino all’ultimo Angelo Bonelli insiste che sulle liste di Avs gli aleati non hanno alcun diritto di mettere bocca.
In molti nel Pd sposano le indiscrezioni che vorrebbero Decaro orientato a farsi da parte, per prepararsi invece la strada per sfidare la segretaria del Pd al congresso in nome dell’area riformista. Ma il congresso appare lontano e dal palco di Bisceglie è Boccia a far intuire la possibilità che le primarie che potrebbe fare Schlein sono piuttosto quelle per la premiership. Anche perché il congresso dem dovrebbe slittare a dopo le politiche del 2027. «La leadership di Schlein è quella naturale per la coalizione di centrosinistra?», chiedono a Boccia sul palco della festa. «Io penso che le leadership le scelgono gli elettori e vengono fuori dal consenso. In questo momento la nostra è una leadership collettiva di partiti che stanno insieme e hanno una visione comune di società, con profili diversi su alcuni temi sui quali facciamo sintesi», replica. Poi «le modalità con cui si definirà chi guida il centrosinistra si vedranno».
Decaro sembra intanto sciogliere le riserve e fino a sera Vendola lima la dichiarazione con cui l’ex leader della sinistra si impegna a sostenere il candidato pugliese della coalizione. E insieme si parla di accordi da rispettare in vista delle prossime politiche, quando Vendola potrebbe candidarsi per il Parlamento.
Ma la soluzione “pacifica” finisce per irritare Emiliano, che sembra pronto a tornare sui suoi passi. Se si candida Vendola, allora lui non vuol essere da meno. «Mi candido pure io», sarebbe tornato a dire. La segretaria Schlein fatica a contenere il fastidio. Per Decaro la presenza ingombrante del presidente uscente suona come un commissariamento, ma la partita si riapre. Ed Emiliano torna in corsa.
Non aiuta l’altra spina nel fianco della leader dem, ovvero Vincenzo De Luca, che si schiera con Vendola. «Mi auguro che termini questo cabaret che sta durando da troppo in Regione Puglia», commenta il presidente della Campania, per il quale il Pd non ha alcun diritto di veto. Ma soprattutto De Luca lancia uno dei suoi siluri sul reddito di cittadinanza, proprio quando il candidato governatore della Calabra Tridico - “padre” della misura pentastellata - è pronto a riproporlo in chiave regionale se verrà eletto. «Quando abbiamo parlato di reddito di cittadinanza, abbiamo assistito a delle anomalie allucinanti, a delle truffe, finte separazioni. Noi dobbiamo proseguire a una linea di serietà, di rigore, di sostegno sociale per chi non ce la fa, ma nessuna demagogia, nessuna porcheria clientelare, così continueremo a muoverci nella Regione Campania», dice, ricordando (soprattutto ai 5 stelle e al candidato presidente in pectore Roberto Fico) che la sua è stata «l’unica Regione in Italia a non aver assunto i navigator, considerando questa ipotesi totalmente demenziale».
In casa M5s si sceglie la via della prudenza: gli alleati restano in attesa e fanno sapere di apprezzare la candidatura di Decaro. «È autorevole e gode di un ampio consenso popolare» e ormai, per il coordinatore regionale di M5s in Puglia, «è difficile ipotizzare un candidato diverso». Ma da Roma il presidente Giuseppe Conte invita a chiudere in fretta.
In serata, con quasi un’ora di ritardo, Schlein sale sul palco di Bisceglie con Decaro e i due si abbracciano davanti alla platea che applaude. Il più sembra fatto. «Io da oggi ho la responsabilità di guidare un nuovo progetto politico per questa Regione», annuncia commosso l’ex sindaco di Bari. Cala la tensione per Schlein: «Grazie Antonio, ora uniti e compatti vinceremo». Grazie anche, aggiunge, «al grande lavoro» di Emiliano.
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