La stabilità piace, ma la riforma va cambiata

Un'indagine Swg evidenzia una maggioranza a favore. Da sinistra "Io cambio" avanza proposte di modifica: elezione diretta del capo dello Stato, statuto delle opposizioni e ballottaggio p
March 2, 2025
La stabilità piace, ma la riforma va cambiata
Il premierato è in stand by, ma resta in agenda: «È una delle riforme che abbiamo promesso agli italiani e la porteremo avanti», scrive sui social la ministra per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati.
Portato avanti dalla maggioranza di centrodestra, per il premierato c’è un canale di ingresso alla riforma anche da sinistra. E soprattutto c’è un’ampia condivisione dell’esigenza alla quale cerca di rispondere. Da un sondaggio condotto da Swg e promosso dall’associazione Io cambio emerge che il 56% degli intervistati chiede maggiore stabilità dei governi. Esigenza sentita particolarmente nell’area di centrodestra, ma condivisa anche da un terzo degli elettori di sinistra e metà di quelli elettori di centrosinistra. La ricerca è stata presentata venerdì alla Sapienza dal cartello di associazioni impegnate a riaprire il dialogo sulla riforma, oltre a Io Cambio, Libertà Eguale, Magna Carta e l’associazione studentesca Minerva.
Dal sondaggio emerge anche una maggioranza favorevole alla riforma. Convinti il 18%, «per lo più a favore» un ulteriore 36%. Tuttavia emerge anche una diffusa disinformazione sul tema, che coinvolge circa la metà degli intervistati. Ad ampliare l’area di condivisione del progetto potrebbero contribuire della modifiche da apportare alla riforma proposte da Io Cambio: sistema di ballottaggio, elezione del presidente della Repubblica, statuto dell’opposizione. Proposte che riscuotono tutte e tre un consenso maggioritario e sono viste con favore anche da chi è più scettico sulle riforma. Insomma, «una buona mediazione è possibile».
Nel dettaglio, nell’indagine Swg il 54% si dice favorevole al premierato e risultano apprezzate anche le proposte di modifica avanzate da Io Cambio. Ovvero ballottaggio per l’elezione del premier che piace al 56%. L’elezione del presidente della Repubblica che raggiunge il 64% dei favorevoli. E infine l’introduzione dello Statuto delle opposizioni, positivo per il 47%. In particolare, il ballottaggio spiega il professor Stefano Ceccanti, di Libertà eguale, «porrebbe al riparo dal rischio di ritrovarsi alla guida del governo una minoranza estremista, non in grado di aprire collaborazioni con altre forze politiche. Porterebbe a scegliere il male minore, e a evitare l’accesso al governo di forze in grado di prendere molti voti, ma senza l’attitudine necessaria al governo e alla mediazione». Al di là dei dati confortanti della ricerca, prosegue Ceccanti, tra i promotori dell’iniziativa, «sono due le ragioni per cui sarebbe fondamentale una riforma costituzionale e perché esse sono contraddette dal testo attuale. La prima, la più logica, è superare il doppio rapporto fiduciario tra Camera e Senato che espone a due maggioranze contraddittorie, ma paradossalmente questa è ignorata dal testo. Cosa si fa in caso di maggioranze diverse? Il tema è eluso. O si affronta recidendo il doppio rapporto fiduciario o, almeno, si utilizza il ballottaggio, ma va stabilito con norma costituzionale. La seconda è adottare dei disincentivi per la rottura delle maggioranze, che però non possono consistere in alcune forme di rigidità estrema come i due soli premier per la legislatura o l’automatismo assoluto sfiducia-scioglimento. Invece la riforma, dando per immutato l’attuale voto all’estero con i suoi standard poco democratici, porta con sé il rischio di renderlo decisivo ai fini dell’elezione del Premier e di eventuali premi di maggioranza. Quindi aggiunge un grave problema in più».

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