Conte evita il contatto da “campo largo”. E su Ricci: avviso non è condanna

Fa discutere l'assenza del presidente Ms5 a un convegno dove c'erano tutti gli altri leader della coalizione. Ai suoi dà un segnale neutro sul caso Marche: aspettiamo gli interrogatori
July 24, 2025
Conte evita il contatto da “campo largo”. E su Ricci: avviso non è condanna
ANSA |
C’erano tutti tranne Giuseppe Conte. Assente per non meglio specificati impegni personali. Suo malgrado, però, perché il convegno sul lavoro di ieri alla biblioteca della Camera era l’occasione giusta per tornare a celebrare l’unità del “campo largo”. Cosa che Elly Schlein ha fatto comunque, lanciando l’alternativa al governo che prenderà le mosse dalle prossime elezioni regionali. Ed è proprio il voto autunnale il tema che dà all’assenza di Conte un significato particolare. Per molti è il segnale che le riserve del leader grillino su Matteo Ricci, candidato della coalizione sotto indagine, non sono ancora sciolte. Ma anche in questo caso è Conte ad aver perso un’occasione, perché Schlein non si è tirata indietro e ha blindato ufficialmente l’ex sindaco di Pesaro con l’assenso del resto della coalizione (c’erano anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni). Ora è difficile chiamarsi fuori per l’ex premier, che però resta neutro. Ieri sera ha ribadito ai suoi che «un avviso di garanzia non è una condanna», ma ha chiarito che intende aspettare gli interrogatori (il 30 luglio), e ha convocato una riunione con Paola Taverna, Giorgio Fede (coordinatore regionale Marche) e altri rappresentanti dei gruppi marchigiani. «Ci stiamo prendendo il tempo necessario», avrebbe spiegato, convinto che dal confronto con i pm verrà fuori uno scenario più definito e si potrà decidere con tutte le garanzie necessarie. Soprattutto occorre tastare il polso dei territori e capire se un appoggio a Ricci può danneggiare o meno in regione il M5s, per il quale «etica e legalità restano valori non negoziabili».
Per Schlein invece le cose sono più semplici, anche con gli alleati, tanto che a suo avviso «l'alternativa al governo c’è già e si vede», specie quando si ragiona «tema per tema». La segretaria dem non ha dubbi: la squadra è pronta a scendere in campo anche «a livello nazionale». Il modello a cui ispirarsi è «quello spagnolo» e gli interpreti del centrosinistra, ha assicurato, saranno in grado di replicarlo. Per quanto riguarda Ricci, il Pd resta «assolutamente» al suo fianco, perché al Nazareno hanno fiducia in lui e nella magistratura. Fin qui le parole pubbliche della segretaria, ma l’atteggiamento di Conte irrita i big del Nazareno, specie i riformisti. Pina Picierno è tra questi e non lo ha nascosto: «Da avvocato del popolo a capo del tribunale del popolo – ha scritto sui social parlando di Conte –. Un'alleanza non si costruisce sulla graticola di un presunto moralismo. Serietà, i candidati Pd meritano rispetto».
Certo può sempre capitare che alle fine le accuse a Ricci si rivelino talmente solide da giustificare un altolà di Conte. Peraltro questa, come ha ricordato Matteo Renzi, è un’eventualità stranamente già prevista da Italo Bocchino, ora consulente dello sfidante e governatore in carica, Francesco Acquaroli: «Bocchino da settimane evoca il fatto che Ricci non sarà il candidato del centrosinistra per imprecisate vicende giudiziarie – ha scritto in una nota il leader di Iv–. All'improvviso arriva un avviso di garanzia per una vicenda assurda. Bocchino ha rapporti con qualche “toga bruna” o qualche esponente dei servizi oppure è semplicemente un profeta visionario che la società contemporanea inspiegabilmente non riconosce?».
Il caso Ricci ha risvegliato anche la verve di Vincenzo De Luca in Campania, un capitolo che sembrava archiviato nella concordia, ma adesso non più. Per De Luca le elezioni regionali stanno diventando «il festival della politica politicante, della doppiezza e dell'ipocrisia», dove la qualità dei candidati e i territori passano in secondo piano e regnano «gli accordi fra i partiti e le “caste” romane». Su Ricci ha poi sollevato una questione rimasta all’ombra dei riflettori e cioè il fatto che l’ex sindaco di Pesaro è un «eurodeputato da 20mila euro al mese» e questo, a suo dire, suscita perplessità negli elettori. Senza contare la «doppiezza» di alcuni dirigenti del partito, che in passato, «di fronte ad avvisi di garanzia, hanno dato vita ad atti di vero sciacallaggio», ma che ora stanno «tutti zitti».

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