«Abbiamo idee e vogliamo bene all’Italia»
I giornali del giorno dopo hanno già pronto titolo e articolo: «Ecco la nuova Dc». E poco importa se nessuno, ma proprio nessuno, pensi a un "partito dei cattolici" (valgono ancora le smentite?)Ma tant’è. Il prezzo delle semplificazioni. Più salato se a muoversi sono associazioni e movimenti di credenti radicati sul territorio, essenziali e 'corteggiate' quando si tratta di colmare con un lavoro oscuro il deficit delle istituzioni, fastidiose e 'sospette' se reclamano «aria pulita» e un «deciso cambio di passo etico, sociale e politico». A Todi, il prossimo 17 ottobre, si raduneranno i massimi responsabili delle aggregazioni ecclesiali e delle organizzazioni sociali (sindacali e datoriali) di ispirazione cristiana. E si confronteranno sulla «buona politica», sia con accademici di diversa estrazione culturale, sia con big dell’economia e delle fondazioni bancarie. Un appuntamento a inviti, in cui con fluiscono le sette realtà che hanno fondato il
Forum per il lavoro
(Acli, Coldiretti, Compagnia delle opere, Confartigianato, Confcooperative, Cisl, Mcl), la quasi totalità delle associazioni ecclesiali che costituiscono
Retinopera
(Azione cattolica, Focolarini, Rinnovamento nello Spirito, Sant’Egidio, Fuci...), e ancora Scienza & vita, Forum delle famiglie, Cammino neocatecumenale...
L’Italia politica li guarda con attenzione e si pone due domande: perché si incontrano? Cosa vogliono? «C’è un oggettivo collasso del sistema politico – spiega Natale Forlani, portavoce del Forum –, la seconda Repubblica si sta esaurendo e i cattolici vogliono uscire da una ventennale difficoltà a trasformare il loro radicamento in rappresentanza. Non si tratta di fare un partito, ma di mobilitare le forze migliori, e mettere a frutto l’esperienza enorme che abbiamo su tanti fronti: penso solo a educazione, assistenza, accoglienza, ma anche visione economica e demografia, famiglia, sussidiarietà. Negli ultimi anni lo abbiamo fatto poco per una sorta di 'senso di colpa post-Dc'». La novità è il metodo: le associazioni danno vita a un dibattito serrato al fine di mostrarsi come «interlocutore solido e credibile» presso la comunità politica. Unendo la competenza di chi agisce nel mondo del lavoro con l’esperienza di chi si impegna nelle parrocchie sul versante della formazione spirituale, dell’educazione e della carità. «C’è un dato chiaro – prosegue Franco Pasquali, coordinatore di Retinopera –: siamo pronti ad assumerci responsabilità e a farci ascoltare. Il mondo cattolico è in cammino verso un’unità forte che non potrà essere strumentalizzata. L’attuale fase politica, con un Paese che sembra annichilito, ci ha chiesto un’accelerazione nell’elaborare proposte. Abbiamo da dire, ad esempio, sulla legge elettorale, sulla democrazia dei partiti, sulla legalità. C’è un deserto elaborativo in Italia, ma al nostro interno non si è mai fermato quel ciclo virtuoso di partecipazione e discernimento. E Retinopera si configurerà sempre più come luogo in cui occuparsi pienamente della formazione socio-politica». L’idea è che a Todi ognuno «porti il suo». L’Azione cattolica, dice il presidente Franco Miano, ha intenzione di contribuire «sul versante educativo», ovvero aiutando a capire che gli attuali «deficit di cultura civile e politica » hanno radice «in un vuoto formativo, che soffre l’assenza di maestri e testimoni». Bernhard Scholz, leader della Compagnia delle opere, chiede alla politica di «riconoscere le forze sociali che portano avanti il Paese », di «ricordare che senza una società civile la politica stessa non ha di che nutrirsi ». E che temi come «impresa e occupazione » possono essere affrontati con una logica di «rete, solidarietà e sussidiarietà ». Ci sarà Salvatore Martinez, al vertice del Rinnovamento nello Spirito, che avverte il dovere di creare un «collante» tra «comunità ecclesiale e comunità politica », in modo che chi esercita la «delega nell’agorà» abbia riferimenti concreti nel proprio mondo di appartenenza. E ci sarà anche Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio: «È in gioco la creazione di una nuova cultura politica e il futuro stesso del Paese. L’Italia, come snodo nel Mediterraneo, diventa un luogo-chiave per favorire la nascita di una famiglia umana universale. E non può farsi trovare impreparata». Insomma, come chiosa Carlo Costalli, leader di Mcl, non ci sarà un «clima distruttivo né di sola denuncia», ma piuttosto di responsabilità: «Noi tendiamo ponti, non usiamo la clava, e vogliamo dire apertamente che siamo pronti a dare un contributo serio oggi, domani e dopodomani...».
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