Parigi, presi due ladri della banda del Louvre
di Daniele Zappalà, Parigi
A tradirli, le tracce del Dna lasciate nel museo e le immagini delle telecamere. Stavano per imbarcarsi su un volo diretto ad Algeri. Polemiche per la divulgazione della notizia, che ha certamente suonato l'allarme per l'altra metà della banda, di cui non si hanno ancora notizie
Il primo, franco-algerino, stava per imbarcarsi in direzione dell’Algeria, ma non sapeva di essere stato pedinato fino all’Aeroporto internazionale Charles de Gaulle. Il secondo è stato arrestato in contemporanea a nord di Parigi e progettava a sua volta di lasciare la Francia. A una settimana dal clamoroso colpo al Louvre sui gioielli appartenuti alla Corona francese, gli investigatori transalpini sono convinti di aver messo le mani su 2 dei 4 individui che si erano introdotti nel più grande e celebre museo del mondo. Per rispettare la confidenzialità dell’inchiesta in corso, le informazioni sono filtrate con il contagocce. Ma a risultare decisivi sono stati, oltre all’analisi delle immagini, soprattutto i prelevamenti di tracce genetiche ritrovate tanto nel museo, quanto nel montacarichi utilizzato dai malfattori e su vari oggetti impiegati nel colpo. Si tratterebbe di 2 trentenni già schedati come ladri specializzati nei furti di preziosi. Per il momento, secondo quanto si è appreso, gli arresti non avrebbero portato al ritrovamento degli 8 gioielli rubati, tempestati di diamanti e altre pietre preziose, appartenuti alle ultime regine e imperatrici ottocentesche di Francia.
Si teme che i gioielli siano già stati “spezzettati” in modo da facilitare l’eventuale smercio, in Francia o all’estero, delle stesse pietre preziose. Un’altra ipotesi è che la refurtiva, di un valore stimato di 88 milioni di euro, rimanga nascosta in qualche covo. Più improbabile, invece, pare l’ipotesi di un furto commissionato da eventuali collezionisti internazionali, disposti a conservare in segreto i pezzi in qualche cassaforte. Intanto, in Francia, non si spengono le polemiche sulla scelta, da parte della ministra della Cultura Rachida Dati, di respingere le dimissioni presentate dalla direttrice del museo, Laurence des Cars. Nel frattempo, quest’ultima ha già ammesso in Parlamento alcune delle lacune nella sicurezza che hanno permesso il clamoroso furto, durato appena 7 minuti, presso la Galleria di Apollo, al primo piano del Louvre.
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