domenica 22 aprile 2018
«La vocazione è oggi. La missione cristiana è per il presente. E ciascuno di noi è chiamato – alla vita laicale nel matrimonio, a quella sacerdotale nel ministero ordinato
Spinti fuori da noi dalla parte delle pecore
COMMENTA E CONDIVIDI

È curioso osservare in questa stagione le greggi che si spostano tra i pascoli insieme ai loro pastori. È interessante intuirne il rapporto che sa di un legame misterioso, come di una conoscenza. Viene alla mente la parola di Gesù che per raccontare di sé prende dalla vita questa immagine e si identifica con il pastore spingendoci dalla parte delle pecore. La posizione potrebbe apparire piuttosto insolita, infastidire, perché le pecore sembrano tutte uguali, per niente libere, massificate.

Strano sentire la scomodità di tale prospettiva che, invero, ci è molto famigliare e pone il dito su una delle paure più profonde della nostra società: non essere visti da nessuno, non essere originali, sentirci soli nel mezzo di tutti. La pagina del Vangelo sprizza di luce, come sempre: «Il pastore chiama le pecore, ciascuna per nome e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti ad esse e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce» (Gv 10,3-4). L’immagine è davvero eccezionale. Sembra di stare insieme a un direttore d’orchestra che sfiora con la sua bacchetta ogni singolo strumento e sentire la forza di ogni suo invito, di quel gesto semplice e deciso capace di far emergere la sinfonia, comunione armonica di tutte le differenze. Ecco la vocazione: dalla massa informe e addormentata della storia il tocco del digitus Dei, il timbro della sua Parola, risveglia, prima l’uno, poi l’altra, poi l’altro ancora, tira fuori dal sonno della morte – della vita senza vita – fa sorgere dalla massa l’unicità di ciascuno, perché tutti abbiano la vita in abbondanza (Gv 10,10). È triste ascoltare discorsi sul calo delle vocazioni, davvero.

Noi però siamo diversi da quei «profeti di sventura che sempre annunciano il peggio» (Evangelii gaudium 84), siamo fatti per riconoscere il grano che cresce, la fecondità della storia e della Chiesa. Le vocazioni non sono cose, numeri o quant’altro. Ogni uomo e ogni donna che viene al mondo è chiamato dal Padre anzitutto alla vita, tratto fuori dall’inesistenza per essere condotto alla vita eterna che – lo sappiamo – non è soltanto quella che verrà. Ciascuno è chiamato all’amore, alla santità, sinfonia bella che appartiene ad ogni persona e che tutti potremmo imparare a suonare ascoltando la voce del Maestro, ma che ancora contiene accordi dissonanti, note stonate, vere e proprie cacofonie. Ancora tanto abbiamo da imparare.

Tuttavia, chi ha conosciuto il Signore ha ricevuto una missione particolare, a servizio di tutti, lo sforzo per cercare di disseppellire Dio dal cuore degli uomini (Etty Hillesum), dalla parte delle pecore, le une a servizio delle altre per accompagnare l’opera dello Spirito, che fa sorgere la vita, la vocazione. Forse qui siamo in calo, quantomeno tocca stare molto guardinghi. Sembra che ci piaccia rimanere nell’ovile, al comodo della nostra esistenza, senza invischiarci troppo con il fango delle strade, senza comprometterci. Forza! Preghiamo insieme in questa Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni perché tutti ci apriamo all’ascolto della voce del Signore che ci spinge fuori per compiere la nostra missione. Questa voce appassiona il cuore, infrange le barriere, rompe gli indugi, vince la paura, sconfigge il male, lava le colpe (Messale Romano, Annuncio della Pasqua): è la voce del Risorto, la forza del suo Spirito. Forza, che cosa hai da fare di buono nella tua vita? A quali scelte il Signore ti invita? Quali passi devi compiere per uscire, andare, vivere? Coraggio! «La vocazione è oggi. La missione cristiana è per il presente. E ciascuno di noi è chiamato – alla vita laicale nel matrimonio, a quella sacerdotale nel ministero ordinato, o a quella di speciale consacrazione – per diventare testimone del Signore, qui e ora» (Francesco, Messaggio per la 55esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni). Preghiamo oggi, e anche lunedì.

*Sacerdote, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: