Quel buon pugno di matrimoni in più
giovedì 21 novembre 2019

Quattromilacinquecento matrimoni. Occorre scriverlo per esteso, lettera dopo lettera, perché questo è il nuovo numero della speranza, anche oltre la realtà. Tanti, infatti, sono stati i matrimoni 'in più' nel 2018 rispetto all’anno precedente. Non abbastanza per esultare, forse. Abbastanza per accantonare l’ipotesi nefasta secondo cui, statistiche alla mano, il 2031 sarebbe stato l’anno zero delle nozze. Sulla base dei dati 2014 il Censis aveva previsto che, se la diminuzione si fosse mantenuta costante, in poco più di 17 anni nessuno nel nostro Paese sarebbe più salito all’altare, o nell’ufficio comunale. Provocazione certo, più che ipotesi demografica fondata. Ma intanto possiamo affermarlo con qualche fondatezza, non sarà così.

Quei quattromilacinquecento matrimoni in più raccontati ieri dall’ultimo Report Istat, sono un tesoretto che, come il servo buone e fedele della parabola dei talenti, dobbiamo non solo custodire ma moltiplicare. Non si tratta di fanatismo nuziale, ma di un elementare monitoraggio della realtà. Meno matrimoni vuol dire società più povera, più liquida, più instabile, in cui tutti gli aspetti dell’esistenza finiscono per essere segnati da provvisorietà e insicurezza. Sono proprio i valori del matrimonio invece che illuminano i confini di un mondo in cui è bello vivere: amore, rispetto, solidarietà, generatività, responsabilità, progettualità, condivisione. Virtù trasversali, cristiane e laiche, fondate sulla realtà non sull’immaginazione. E se noi sappiamo, alla luce del Vangelo, che il matrimonio «basato su un amore esclusivo e fedele è l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo » (Benedetto XVI) e che non bisogna mai stancarsi di invitare i giovani ad «accettare con entusiasmo e coraggio la sfida del matrimonio come strada di felicità» (Francesco), siamo però convinti che i vantaggi sociali e il benessere personale derivanti da un amore a tempo indeterminato siano condivisibili e apprezzabili anche nella prospettiva della persona non credente. Ma dobbiamo raccontarlo in modo nuovo, felice, attraente, senza gli appesantimenti morali di un certo passato, senza caricare sulle spalle dei più giovani pesi ideali insostenibili, anche perché ormai sempre meno comprensibili.

Quale potrebbe essere, allora, il contributo delle comunità cristiane per moltiplicare quel tesoretto che ci siamo trovati inaspettatamente tra le mani? Se è vero che la diminuzione costante dei numero dei giovani impedisce di ipotizzare a breve termine aumenti vertiginosi nel numero dei matrimoni, è anche vero che i dati Istat ci indicano ambiti di intervento finora scarsamente considerati. L’esplosione delle convivenze, quasi un milione e 400mila, quadruplicate in un decennio secondo i dati Istat, impongono riflessione e rispetto. Nella scelta di stare insieme senza timbri e carte bollate ci sono spesso ragioni contingenti, ma c’è, soprattutto, timore del futuro e desiderio di trovare nel tempo 'di prova' quei valori di riferimento smarriti nelle famiglie d’origine e non recuperati altrove.

Ma anche davanti a «situazioni in cui si rompono tutti gli schemi», dice il Papa, occorre trovare proposte coraggiose e profetiche. Cosa offrono oggi le nostre comunità all’esercito dei giovani adulti single immersi nelle mille suggestioni tecnologiche ed esistenziali della postmodernità? Quasi nulla. Anche lì però sono sepolte vocazioni all’amore che dobbiamo accompagnare e accogliere – e magari risvegliare – con la bellezza della testimonianza più che con l’astrazione dei principi. Ma l’Istat ci manda un altro, inatteso messaggio. Sono in aumento le nozze in cui il primo 'sì' arriva dopo i 65 anni. Il dilatarsi delle prospettive di vita in buona salute, comprende anche il moltiplicarsi di quello che una volta si sarebbe detto 'amore maturo'. Ambito anche questo del tutto sconosciuto ai nostri percorsi di evangelizzazione.

Ma il dilatarsi dell’esistenza, anche con le sorprese di una vita di coppia tardivamente accolta, non può scontrarsi con l’afonia della pastorale. Nel vangelo dell’amore ci sono note da ascoltare in ogni stagione.

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