mercoledì 5 agosto 2015
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L’Italia è veramente molto, troppo lunga e i dati terribili sul Mezzogiorno per il 2014 pubblicati dalla Svimez ciascuno di noi può verificarli di persona passando dalla Val d’Aosta o dal Trentino a una delle nostre bellissime regioni del Sud d’Italia, tanto ricche dal punto di vista dei paesaggi, della storia e del clima e tanto disastrate in termini di indicatori socio-economici. Dalla crisi finanziaria in poi il Mezzogiorno è cresciuto la metà della Grecia e sta subendo una gravissima crisi demografica fatta di un cocktail negativo di crisi di natalità e fuga di cervelli. I migliori ragazzi del Sud vanno a lavorare fuori dalle proprie regioni d’origine e ci restano perché per tornare oggi ci vuole una vocazione e una forte preferenza per il proprio territorio. Eppure è proprio in momenti difficili come questi, in cui la "selezione naturale" della crisi distrugge realtà economiche che fanno più fatica a restare a galla, che emergono "specie" particolarmente resistenti.Ho girato moltissimo in questi anni nel Mezzogiorno e ho potuto verificare di persona i modelli e conoscere gli innovatori che sono stati in grado di imporsi con successo in questo periodo e i loro segreti.Un modello importante è quello delle fondazioni di comunità. Grazie alla solidarietà delle fondazioni del Nord nasce Fondazione con il Sud che, oltre a promuovere bandi per finanziare le migliori idee di start-up e imprese sociali, funge da acceleratore raddoppiando il capitale di nascenti comunità di territori che riescono a raccogliere risorse finanziarie superiori a una soglia minima. Con questo modello sono nate le fondazioni di comunità di Messina, Siracusa, Napoli, Bari. Il modello dell’acceleratore sociale adotta un principio molto importante: le risorse esterne arrivano solo laddove i territori si dimostrano capaci di attivare da soli processi di autosviluppo diventando così uno stimolo all’iniziativa in loco. Anche in questo, purtroppo, il Nord può fare più e meglio del Sud. Mentre Fondazione con il Sud "raddoppia" solo una volta, alla nascita della fondazione di comunità, le fondazioni del Nord come la Cariplo si possono permettere di raddoppiare ogni anno quanto raccolto sul territorio.Un altro modello interessante è quello che ha saputo valorizzare negli anni i fattori competitivi non delocalizzabili rappresentati da arte, cultura, territorio promuovendo efficacemente il genius loci. Gli esempi migliori in questo sono Ragusa Ibla e Matera, con quest’ultima che ha saputo valorizzare in maniera incredibile la propria ricchezza naturalistico-culturale (i mitici Sassi) diventando una sorta di Venezia del Sud e ha conteso, infine con successo, a città importanti del Nord il titolo di Capitale della cultura europea 2019.Una migliore pratica delle politiche giovanili, premiata anche all’estero, è l’iniziativa «Bollenti spiriti» in Puglia dove l’esperimento di puntare poche risorse pubbliche su piccoli finanziamenti per progetti di start-up di giovani talenti ha prodotto un bell’impatto in termini di creazione d’impresa (con tassi di sopravvivenza straordinariamente elevati), posti di lavoro ma soprattutto uno choc culturale positivo e una narrativa diversa: quella di un Sud fatto di talenti, di giovani intraprendenti che vogliono orgogliosamente sviluppare le proprie qualità nei loro territori. Infine un’esperienza assolutamente interessante è quella del consorzio Goel, una rete di imprese cooperative molto ramificata che ha dimostrato come sia possibile fare economia in un territorio difficile come quello della Locride creando un distretto di economia legale ben funzionante e ricco di risorse finanziarie e capitale sociale in grado di contendere efficacemente il terreno all’economia criminale. Possiamo decidere di buttare soldi "a pioggia" come in passato perché così qualcosa comunque nascerà, ma sarebbe un modo per far crescere problemi.Possiamo e dobbiamo concludere senz’altro che in un contesto economico difficile come il nostro reddito minimo d’inserimento o integrazione o altre forme europee di sussidio di disoccupazione sono strumenti ormai indispensabili se vogliamo evitare processi d’implosione sociale, ma non passa da qui la risposta alla nuova e aggravata «questione meridionale». La grande occasione da cogliere è, invece, quella di puntare finalmente con decisione sui modelli virtuosi che (con pochissime o addirittura zero risorse pubbliche) hanno dimostrato di sapersi sviluppare con successo nel contesto pur disastrato del Mezzogiorno.Basilare è la concezione, fatta propria dall’assessore alle politiche giovanili della Puglia Guglielmo Minervini, che ha consentito il lancio della già citata iniziativa «Bollenti spiriti»: oggi la politica non può più assolutamente essere soltanto emanazione di un atto oppure gestione monopolistica e clientelare di risorse (sempre più scarse), ma deve essere la capacità di attivare le energie positive delle comunità locali. È necessaria anche questa lucida consapevolezza per diradare il buio e accendere il riscatto del Mezzogiorno.
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