«No-vax e no-tax sono della stessa pasta fatta di egoismo». Giusto dirlo chiaro
venerdì 11 giugno 2021

Gentile direttore,
vedo un parallelo tra no-vax e no-tax. E, poiché mi pare che a nessuno, almeno finora, sia venuto in mente, provo ad illustrarlo brevemente. Cosa fa, in sostanza, un evasore fiscale? Semplicissimo: non paga le tasse e conta sul fatto che tutta una serie di categorie sono invece costrette a farlo (così strade, ospedali e tante altre belle cosettine, anche se con i noti difetti, sono a sua disposizione... senza aver contribuito a “pagarle”). Cosa fa uno che rifiuta il vaccino? Non corre il rischio di aver problemi a motivo del vaccino e conta sul fatto che la maggior parte delle persone si stanno vaccinando, e dunque la famosa “immunità di gregge” finirà per metterlo comunque al riparo da un sempre più improbabile contagio. Bell’egoismo in tutti e due i casi!

Carlo Incarbone Collegno (To)

Interessante e suggestivo, gentile signor Carlo, il suo parallelo in rima tra no-vax e no-tax. Ognuno può pensarla come crede sull’equità delle tasse e sulla loro efficacia nel ridistribuire ricchezza e garantire servizi o sull’opportunità ed efficacia dei vaccini per combattere malattie pericolose, e tuttavia nessuno dovrebbe far finta di non sapere che è (e resta) molto grave la scelta di sottrarsi agli essenziali doveri di solidarietà che a tasse e vaccini danno valore e senso. Questo vale sempre, ma soprattutto in frangenti critici come gli attuali. Ed è giusto dirlo chiaro. Proprio per questo non amo usare, in riferimento alle società umane, l’espressione “immunità di gregge”. L’ho già scritto e detto molte volte in questi lunghi mesi: meglio, molto meglio parlare di “immunità di comunità” e realizzarla. Proprio per i motivi che portano le persone perbene a pagare le tasse, a vaccinarsi pensando non solo a se stessi e a chiedere che i vaccini siano messi a disposizione di tutti, anche dei più poveri, ovunque.

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