sabato 1 giugno 2013
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Gentile direttore,
il signor Beppe Grillo è veramente fantastico (come la trasmissione televisiva che tanti dei nostri soldi gli ha elargito per anni). Dopo aver attaccato la signora Gabanelli che, in quanto giornalista e indagatrice, si è permessa di mettere il naso negli affari del 'movimento' (tacciata subito di traditrice prezzolata e velocemente passata dalle '5 stelle' alle '5 stalle'), ecco che ora tocca al professor Rodotà, definito «ottuagenario miracolato» proprio da colui che ne aveva fatto un simbolo per affermare la bontà delle scelte della 'rete'. Chi segue e fa prosperare il 'santone' spero che con questi repentini capovolgimenti di fronte capisca quanto precaria sia la considerazione che il 'fantastico miracolato' ha dei suoi stessi seguaci.
Arrigo Viale
 
Chi va con Beppe Grillo, sa che cosa attendersi. Per lui, gentile signor Viale, nessuno è intoccabile e tutti possono essere strumentalizzabili: una battuta val bene una massa. Ma non tutti sono massa, e anche quelli che elettoralmente lo diventano per un po’, non lo rimangono – s’è già visto – per sempre. Certo, Grillo sa ancora, a tratti, risultare irresistibile, epperò non tutte le battute gli vengono bene. Un tempo – ed era persino un merito – le sue uscite più scomode e amare finivano ugualmente in scena: in tv, in teatro, nelle arene che si procurava e riempiva pur collocandosi ai margini del gran circo mediatico e spettacolare. Oggi approdano comunque, quasi inesorabilmente (con rare eccezioni, e noi – qui ad “Avvenire” – teniamo alla nostra), sulle prima pagine dei giornali.
Qualcuno resiste, qualcun altro no; la collega Milena Gabanelli nei giorni delle corse e delle corsette al Quirinale ha saputo sfilarsi lestamente (e lucidamente) dal gioco. E se questo non l’ha salvata più di tanto da qualche (metaforica) legnata grillina, l’ha certamente tenuta lontana dal ridicolo. Il giurista ed ex uomo politico Stefano Rodotà al gioco c’è invece stato, anzi vi si è abbandonato quasi con voluttà, credendo o, in ogni caso, mostrando di credere (come testimoniano articoli e interviste a sua firma e voce) che i fuochi d’artificio “a cinque stelle” gli stessero illuminando la strada verso il colle più alto della Roma politica. Ma nel gioco delle battute (e delle vanità) pochi battono il gran capo del M5S. E ora è arrivato il conto, lo sferzante benservito all’«ottuagenario miracolato». Cioè, per usare le sue parole, gentile lettore, il «capovolgimento repentino» dello sguardo e dell’opinione di Grillo. Ma è proprio sicuro che si tratti di questo? Io, come ha capito, non ne sono affatto stupito. E penso anche che uno che di battute strepitose se ne intendeva, anche stavolta commenterebbe asciutto: «Ma mi faccia il piacere...».
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