I ragazzi dei Venerdì per il Futuro e una firma che impegna il ministro
martedì 1 ottobre 2019

Gentile direttore,

sono un preside (“dirigente scolastico”, per chi preferisce la nuova dizione) di un Liceo Scientifico e Linguistico di Arezzo, il “Francesco Redi”. Siamo una “comunità dell’apprendimento” di oltre 1.800 studenti e 200 tra docenti e personale. Pur in mezzo a mille difficoltà siamo molto impegnati nel compito faticoso ed entusiasmante di offrire una occasione di formazione umana, intellettuale e di cittadinanza. Tra l’altro offriamo un corso opzionale di progettazione ecosostenibile e siamo soci fondatori di un Istituto Tecnico Superiore “Energia e Ambiente”. Abbiamo studenti e docenti che ci danno molte soddisfazioni, a beneficio di tutti. Desidero condividere con lei e con i lettori di “Avvenire” alcune considerazioni sulla circolare che il Ministro dell’Istruzione ha diramato per incoraggiare venerdì 27 settembre la partecipazione degli studenti allo sciopero per l’ambiente. Dovremmo esserci abituati, ma ogni volta appare sorprendente la capacità di improvvisazione con cui da tempo ogni ministro che passa da Viale Trastevere affronta le vicende della scuola. Mi scuso per la sinteticità delle argomentazioni, ma mi preme sottolineare cinque aspetti. 1) La difesa dell’ambiente è una questione fondamentale, la cui priorità dovrebbe stare in cima alle agende di tutti, a partire da una classe politica distratta dalle proprie beghe di potere e anche di tutti noi, spesso pigri. 2) La difesa dell’ambiente è una realtà complessa: per non ridurla a slogan o mode è necessario molto studio e approfondimento. Sarebbe bene che anche la scuola se ne occupasse di più (e quindi la mattina è meglio studiare). 3) Per gli studenti: ma se proprio ritengono in coscienza giusto non andare a scuola, che senso ha farlo con la benedizione del ministro? Se ritengono necessario attirare l’attenzione su un problema con un gesto di rottura, non è meglio farlo accettandone le conseguenze? Per gli adulti: come si pensa di rispettare l’autonomia dei giovani svuotandone il potenziale di contestazione? 4) Ma (soprattutto) per il ministro: troppo facile cercare consenso dicendo alle scuole che è giusto scioperare per il clima. Non è meglio che nel suo ruolo contribuisca a salvaguardare l’ambiente realizzando scuole prima di tutto sicure, ma allo stesso tempo sostenibili, attente al risparmio energetico? Abbiamo un’edilizia vecchia, inadatta e sconsiderata. Anche disastrosa per l’ambiente. 5) Per tutti noi: dopo i “Venerdì del futuro” si è avviata la sfida-proposta dei “Sabati del futuro”. Le nostre scelte di spesa influenzano l’economia. “Votiamo con il portafoglio”, come si dice. Occorre scegliere comportamenti di vita (e di acquisti) che fanno bene all’ambiente. Per questo servono informazione e cultura. Questo deve fare la Scuola. E un Ministro che faccia il Ministro. Chiediamo troppo?

Anselmo Grotti, preside, Arezzo


Mio padre Giorgio, gentile e caro preside Grotti, ha fatto nell’ultima parte della sua storia professionale di pedagogista e professore di storia e filosofia, il suo stesso mestiere: il capo d’istituto (altro e mai tramontato modo per definire chi ha la responsabilità di coordinare il lavoro di una comunità scolastica). Tra l’altro fu preside anche dalla sue parti, nell’Aretino, in un liceo di Sansepolcro intitolato a Piero della Francesca che allora, oltre ai corsi normali, offriva avveniristici corsi di informatica. Ebbene, come forse immagina, mi sono chiesto che cosa avrebbe fatto e detto davanti alla mobilitazione dei ragazzi e delle ragazze dei Venerdì per il Futuro e alla giustificazione ministeriale d’ufficio e mentre leggevo la sua lettera (che lei mi ha inviato prima del gran giorno, e che io avevo messo da parte per tornarci su in seguito) ho avuto la sensazione che avrebbe fatto un ragionamento non molto diverso dal suo. Proprio perché aveva una motivata e quasi sconfinata fiducia nella capacità dei più giovani di imparare, con gli stimoli e anche gli ostacoli “giusti”, a crescere in consapevolezza e responsabilità e dunque in autonomia, o se preferisce in libertà. Ma non voglio far rispondere lui al posto mio. Anche perché credo che le pagine di “Avvenire” abbiano parlato forte e chiaro, come del resto su questi temi “verdi” – che grazie a papa Francesco chiamiamo dell’«ecologia integrale – facciamo da sempre. E negli anni della mia direzione non certo meno di prima (se non altro perché, da scout, ho imparato e non dimentico che «lasciare il mondo migliore di quello che abbiamo trovato» è un programma di vita e per la vita). È sincera la stima per una generazione che, difendendo la nostra «casa comune» e proponendosi e proponendo stile di vita diversi e sostenibili, si sta impegnando con decisione per il futuro di tutti. Abbiamo sfumature di giudizio diverse, ma non amiamo le semplificazioni tanto quanto il “negazionismo” rispetto all’emergenza clima e le volgarità dei detrattori di Greta Thunberg e dei suoi giovanissimi amici e amiche di tutto il mondo. Non sono loro, qui in Italia, ad aver chiesto al ministro Fioramonti la giustificazione preventiva: l’hanno ricevuta come un altro e alto attestato di fiducia. Penso che abbiano dimostrato di meritarla. E penso anche che potessero farne a meno, ma penso anche che noi adulti non possiamo fare a meno di accompagnarli. Per questo abbiamo lanciato e sostenuto sin dal principio i Sabati del Futuro promossi dagli amici di ASviS (Associazione per lo sviluppo sostenibile) e NeXt (Nuova economia per tutti) e avviati nello scorso fine settimana. Per questo abbiamo colorato di verde per tutto il weekend il nostro sito online. La vita si cambia con parole e scelte buone, dicendo da che parte si sta. Il ministro dell’Istruzione, per accompagnarli, ha deciso anche di “firmare” per loro. Io penso che sia una firma che non toglie nulla al loro impegno, ma accresce quello del ministro. E la lista delle urgenze nella difesa dell’«ambiente scuola» che lei ha stilato lo sottolinea. Buon lavoro a lei, ai suoi duecento colleghi e collaboratori e ai 1.800 studenti del suo Liceo e del suo Istituto Tecnico “Energia e ambiente”.

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