mercoledì 23 dicembre 2009
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Tra le incognite legate alle prossime elezioni regionali, una delle più aperte è quella della collocazione dell’Udc, rilevante anche perché in varie situazioni la scelta dei centristi potrebbe rivelarsi decisiva. Il partito di Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione e Ferdinando Adornato ha esercitato finora una funzione moderatrice degli scontri tra le maggiori formazioni politiche, funzione che intende proseguire e addirittura accentuare anche ora che i toni sembrano farsi un po’ più distesi e le prospettive di un confronto di merito diventano realistiche. Non sarà tuttavia semplice per l’Udc ritagliarsi uno spazio significativo nel nuovo clima che si sta faticosamente affermando, anche perché, per renderlo visibile, l’Unione di centro deve saper interpretare con efficacia la sua attuale autonomia dai poli maggiori, mentre le elezioni regionali con il meccanismo maggioritario a turno unico, richiedono che eventuali alleanze vengano dichiarate in anticipo, attraverso la convergenza sul nome del candidato presidente.Il problema si presenta piuttosto complesso, in particolar modo nelle regioni nelle quali l’Udc potrebbe scegliere di allearsi col Pd, i dipietristi dell’Idv e altre forze di sinistra più radicale dopo essere stata per cinque anni all’opposizione di coalizioni di centrosinistra, esprimendo critiche – e talora mettendo in campo vere e proprie contrapposizioni frontali – soprattutto quando erano in questione temi eticamente sensibili legati ai valori non negoziabili (tutela della vita umana in ogni sua fase e condizione, difesa e sostegno alla famiglia naturale, affermazione della libertà educativa dei genitori) per un politico di ispirazione cattolica. Per esempio, la battaglia condotta dall’Udc contro la volontà della presidente del Piemonte Mercedes Bresso di anticipare in quella regione l’utilizzo della pillola abortiva Ru486, rende ora più difficile da comprendere per gli elettori centristi un eventuale appoggio alla stessa persona che era stata tenace e polemicissima avversaria in una battaglia di tale rilevanza. In altre situazioni, come quella lombarda, a pesare è invece la pretesa della Lega Nord di porre un veto sul rapporto tra i centristi e il centrodestra (con il quale, pure, stanno governando). Problemi di un certo rilievo si presentano, poi, in varie regioni in bilico, come ad esempio la Puglia e il Lazio, nelle quali però il Partito democratico non è ancora riuscito a definire le candidature e coltiva la speranza di trovare alla fine un’intesa con i centristi.La formula adottata dall’Udc per cercare di superare le difficoltà che obiettivamente si pongono a una formazione che si definisce proprio in quanto estranea ai poli maggiori quando si appresta ad allearsi con uno di questi, è quella dell’elaborazione di un documento programmatico in ogni regione, l’adesione al quale del candidato presidente sarà la condizione per la convergenza. Sulla carta questa procedura dovrebbe conferire all’Udc un ruolo centrale in ogni alleanza, ma naturalmente in politica contano molto anche i rapporti di forza numerici e, in elezioni maggioritarie, fanno premio su tutto le personalità e le storie politiche dei candidati governatori.Se d’altra parte l’Udc scegliesse di sottolineare l’autonomia del proprio percorso e presentasse ovunque candidati propri, accetterebbe di pagare un prezzo consistente con la probabile esclusione da tutte le giunte regionali. Ma anche scelte di alleanza sbagliate o dirompenti possono far sì che l’Udc fatichi a mantenere la sua compattezza e a convogliare sulle proprie liste tutto l’elettorato che ne aveva premiato l’autonomia. È perciò su questo duplice rischio e dilemma che si misurerà la capacità di Casini di tener vivo e rendere attraente il progetto politico moderato e cristianamente ispirato di cui si è fatto portabandiera anche nella situazione politica nuova che si va delineando e nella specificità delle tredici situazioni regionali nelle quali è in condizione di compiere un’opzione di schieramento. Se questa fosse spiazzante rispetto ai valori di riferimento e nei confronti degli elettori, non sarebbe un investimento utile né per l’Udc né per il Paese.
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