venerdì 23 settembre 2011
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Caro direttore,
ieri ho fatto eseguire una piccola riparazione in casa. Il tecnico mi presenta il conto : euro 286,50, con Iva 346,67 e aggiunge: «Se non le serve la fattura facciamo 270» che possiamo tirare a 260 (sconto del 9% sull’imponibile). Considerato che nell’anno scorso ho contribuito alle casse dello Stato, solo di Irpef, con 31.530,00 euro, mi chiedo se sia lecito cercare di risparmiare qualche spicciolo senza sentirsi corresponsabili del «parassita della società», come lo definisce la pubblicità ministeriale. Che cosa ne pensa, direttore?
lettera firmata, Chiari (Bs)
Penso, caro amico, che un fisco che permette simili "ricatti" a un onesto cittadino-contribuente è un fisco ingiusto, perché è governato da regole ingiuste. È un discorso che su Avvenire abbiamo già sviluppato a dovere, ma torno a ragionarci su volentieri. Lei, che già versa tante tasse, e che ha in mano – per pagare il tecnico che ha compiuto un intervento in casa sua – dei soldi che rappresentano il risultato di una sottrazione (il corrispettivo per il lavoro che svolge meno imposte e contributi), viene messo davanti a un bivio increscioso: pagare anche una parte (il 21% di Iva) delle tasse di un altro oppure accettare di essere "premiato" con uno sconto dall’evasore fiscale. Credo che questo bivio sia il frutto, l’ho già scritto più volte, di una cattiva educazione civica. Un vuoto morale che impedisce, purtroppo, a non pochi italiani (magari anche credenti e assai istruiti...) di riconoscere quella che Tommaso Padoa Schioppa definì, con lucido coraggio, la "bellezza" delle tasse, cioè il fatto – spiegato molto bene nel Catechismo della Chiesa – che contribuire in modo equo e ben regolato a costituire il "tesoro" di una comunità civile significa partecipare all’impresa per realizzare quello che noi cattolici (ma non solo noi) definiamo "bene comune". Ma credo anche che il vantaggio strategico concesso al potenziale evasore sia il risultato della miopia di fondo di un sistema di esazione e di controllo che punta a "sanzionare" colui che non paga (per dolo, colpa o distrazione) e viene colto in fallo piuttosto che a "premiare" il contribuente onesto. Se lei avesse, infatti, la possibilità di scaricare dalle tasse l’Iva pagata, il reddito del tecnico del suo esempio verrebbe alla luce invece di rimanere nascosto... So bene che, via via, sono stati messi in campo diversi altri strumenti di pressione sugli evasori fiscali, ma continuo a pensare che la strada maestra sia quella che ho appena descritto. Credo insomma, che ci sia da fare, con urgenza ed efficacia, un gran lavoro educativo e legislativo. Ma per intanto c’è da resistere il più possibile alle tentazioni. Cosa che costa, e non è solo un modo di dire. Forza e coraggio.
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