sabato 7 febbraio 2009
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La macchina del tempo sembra essersi fermata: chi è oggi Eluana? Com’è diventata negli anni? Sarà invecchiata come tutti, peggio di tutti... Eppure continuiamo a chiamarla ragazza: chi ci riesce a dire donna? Ma il tempo è passato e quasi nessuno l’ha mai potuta vedere, entità senza volto, cristallizzata a tempi che furono, figura antica e sorridente, bella e solare, elegante e viva come ce la rappresentano decine di foto scattate vent’anni fa. Ma oggi? Nessuna immagine è mai uscita – comprensibilmente – dalla stanza in cui ha vissuto giorno per giorno tre lunghi lustri, così la domanda che prima o poi tutti si pongono è sempre la stessa: chi è oggi Eluana? Tanti i corpi devastati dallo stato vegetativo ( sono migliaia in Italia), basterebbe immaginarla come loro, calva, pelle e ossa, gambe atrofizzate, carni piagate, volto scavato, smorfia deforme. Basterebbe pensare alla gola squarciata dai medici per ficcarci un tubo e forzarla così a respirare. Si potrebbe a buon diritto credere sia attaccata ' alla spina', altrimenti morirebbe. Nessuna immagine, nessun video, dicevamo. Se no si saprebbe chi è oggi Eluana: se si entrasse nella sua stanza nottetempo, mentre dorme, niente ci rivelerebbe la sua disabilità ( di giorno tradita dal suo sguardo incantato). Non pelle e ossa ma un corpo sano e florido, non membra rattrappite in posizione fetale ma la naturale postura del riposo, non piaghe ma una pelle freschissima, non ghigni di dolore ma un viso tranquillo e capelli nerissimi. Soprattutto nessuna sofferenza, nessuna spina, nessuna macchina, nessun tubo in gola: una giovane donna che dorme respirando lievemente, chiude gli occhi al sonno per riaprirli al risveglio del mattino, assimila il nutrimento e l’acqua, cresce e vive. Solo cibo e liquidi le vengono somministrati col sondino, come accade a migliaia di pazienti colpiti da diverse malattie ( pancreatite, tumori...): a loro nessuno si sognerebbe di negare il nutrimento. Non c’è traccia di saliva sulle sue guance né di tubi che debbano aspirargliela, perché Eluana deglutisce, e ci fu un tempo in cui con pazienza senza fine sua mamma si ostinava a imboccarla... Erano ore passate ad accarezzarla, a metterle la crema sul viso, « quando ti sveglierai dovrai essere bella come prima » : racconti lontani affidati a chi la ricorda mentre con amore che cancella ogni fatica le faceva assaporare « lo yogurt al caffè che tanto ti piaceva » . Un poco andava giù, il resto sul cuscino, ma a una madre questo basta. E se non basta altri gesti nutrono il suo amore: portarle per anni vestiti leggeri o maglie pesanti ai cambi di stagione, spiando sempre un risveglio, aspettando « l’Eluanina che tornerà come prima » . Un sogno mai avverato, ma anche la prova di un amore che non rinuncia e mai avrebbe detto « Eluanina è morta tanti anni fa » . Oggi quella madre annientata dal dolore giganteggia nel rispetto di noi tutti, simbolo supremo di un amore che non demorde se l’amato non risponde. Da due anni non ha più la forza di accompagnare i silenzi di sua figlia, ma c’è chi ha continuato per lei, con carezze e con creme, persino col futile che piace a ogni donna e la rende più bella. Perché se qualcuno tra i politici di recente ha chiamato Eluana una ' vita inutile', chi per anni l’ha curata le ha concesso persino il superfluo: in fondo è così che si vizia una figlia. Il giorno dell’ultimo Natale nella chiesa delle suore seduta sulla sua carrozzella anche Eluana era presente alla Messa. Un sogno mai avverato ma anche la prova di un amore che non rinuncia e mai avrebbe detto: è morta tanti anni fa.
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