mercoledì 28 agosto 2019
Questa crisi, la vera parità, le scelte per il bene comune
Donne e svolta di governo l'assenza e la necessità
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Caro direttore,
mentre seguiamo, tra speranze e disincanto, le fasi concitate della crisi politica, non si può fare a meno di tornare a mettere in luce la assoluta assenza delle donne dai processi negoziali e decisionali che riguardano il futuro del nostro Paese. Un fatto su cui ha gia ragionato su queste pagine Antonella Mariani e che personalmente considero di una gravità inaudita, vista la delicata posta in palio. La necessità per l’Italia di una svolta rispetto alle 'politiche dell’odio' che hanno animato l’esperienza di Governo appena conclusa. Negli anni difficili e indigeribili del 'bunga bunga' berlusconiano, quando le donne facevano la loro comparsa sulla scena pubblica perlopiù come oggetti di scambio per la costruzione del consenso, o come parte del pacchetto corruttivo negli scandali che avvelenavano in quegli anni il nostro Paese, ho avuto il privilegio di partecipare al gruppo che dette vita a 'Se Non Ora Quando?'.

Un movimento di donne di diverse provenienze culturali e politiche, e poi di tanta parte della società italiana (come fu evidente nella mobilitazione del 13 febbraio 2011), che reagì con forza alla strumentalizzazione dei corpi delle donne in nome di una 'libertà' che assecondava i peggiori e più incrostati stereotipi. Un rifiuto culturale, prima ancora che politico, all’idea che bisognasse offrirsi come corpo al potente di turno per accedere come donna a posizioni di qualche rilievo alla gestione del nostro Paese. Quel movimento, che riempì le piazze e infervorò le comunità italiane residenti nel mondo, fu un fuoco vitale che generò grande dibattito pubblico, preparò nuove consapevolezze, aprì la strada a nuove leggi.

Pur con tutti i suoi limiti, quella mobilitazione agì con spinta positiva in diversi ambiti della società – nella politica, ma anche nel mondo delle imprese – per promuovere la presenza femminile come condizione irrinunciabile per una nazione che voglia dirsi moderna. Ma non ci siamo ancora. Le donne restano l’eccezione, e sono relegate a ricoprire ruoli solo per garantire le quote di genere. Che ancora non sono parità, come vediamo plasticamente nel convulso negoziato politico di queste ore.

Tutto ciò non basta più. Come donne impegnate politicamente, nelle istituzioni e nella società civile, abbiamo un ruolo chiave da giocare per dare all’Italia un governo stabile che segni una netta cesura con il passato, e garantisca la sicurezza costituzionale così preziosa per il nostro futuro. Chiediamo con forza un’agenda della politica che risvegli questa Italia intorpidita, ripiegata su se stessa, proditoriamente strattonata verso emergenze inesistenti – quella dei migranti, o del numero dei parlamentari da tagliare. Puntiamo all’ecologia integrale della Laudato si’per far luce sulle radici della crisi culturale e antropologica che vive il Paese, per superare la politica che ancora lo ingabbia, e per spingere l’Italia in una posizione di avanguardia in Europa dal punto di vista della costruzione di un Green New Deal. Un nuovo patto industriale ed economico verde che, attraverso azioni concrete, riabiliti il ruolo della finanza pubblica a partire dall’Europa e crei i sostanziali presupposti della tanto conclamata sostenibilità. Il Paese ha bisogno di una radicale conversione ecologica per affrontare l’emergenza climatica.

Che è anche emergenza sociale, regressione e privatizzazione dei diritti costituzionalmente riconosciuti. Contraffazione delle relazioni e delle priorità reali del Paese. Non basta un po’ di colore verde spennellato qua e là, fra l’impervia scelta di un presidente del consiglio e l’ammiccamento ai propri bacini elettorali in allerta, visto che non si sa ancora come andranno le cose, a mutare il senso di direzione di una politica fossile, paralizzata dal veleno del rancore, corrosa da politiche disumane e disumanizzanti. Occorre una nuova sicurezza, per gli uomini e le donne del nostro Paese.

La sicurezza di una politica del bene comune e della tutela dei diritti universali – salute, lavoro, educazione, casa, accesso al credito – in un’ottica intergenerazionale. La sicurezza di un territorio reso fragile da anni di scelleratezze e dal clima che cambia. La sicurezza di uno Stato laico, aperto alla diversità. La sicurezza di un protagonismo autentico e paritario fra uomini e donne: il primo antidoto per combattere la violenza di genere, per far comprendere a tutte le donne la rilevante differenza del loro agire, per far maturare una società capace di affrontare le sfide della contemporaneità. Vogliamo assumerci responsabilità per portare avanti le politiche di cui questo Paese ha bisogno. Per questo abbiamo chiesto al Presidente della Repubblica di farsi garante di un governo paritario e di alto profilo, che valorizzi le competenze e il ruolo politico e democratico delle donne.

Vice presidente della Fondazione Finanza Etica

già candidata di Europa Verde alle elezioni europee

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