venerdì 21 ottobre 2022
Il rapper con l'influencer Il Masseo attacca sui social il giovane sacerdote milanese, che replica con una "lezione" di educazione sul web: chi ha molti follower ha una grande responsabilità
Don Ravagnani a Fedez: "Basta con il bullismo online"

Gli scontri a distanza sui social sono ormai una triste e diffusa consuetudine. Botte e risposte, a ritmo forsennato, che diventano vortici di insulti molto difficili da fermare. Eppure, “il dialogo e l’intelligenza dovrebbero prevalere”, ricorda il 29enne don Alberto Ravagnani, il prete ambrosiano youtuber da decine di migliaia di follower, oggi coadiutore dell’oratorio san Filippo Neri della parrocchia san Michele Arcangelo di Busto Arsizio (Varese).

A lui le offese sono arrivate da un “gigante” del web come il rapper Fedez, che durante la centesima puntata del suo podcast «Muschio Selvaggio» (condotto insieme a Luis Sal anche in versione video), ha preso di mira il giovane sacerdote, con una serie di insulti censurati dal beep, ma espliciti nel labiale.

I due si erano incontrati nel 2020 proprio per realizzare una punta del Muschio Selvaggio: Fedez, incuriosito dalla figura del sacerdote, lo aveva invitato in studio di registrazione (insieme allo youtuber e streamer, Il Masseo) e avevano parlato serenamente di religione, Chiesa e giovani, pur esprimendo opinioni differenti. Le visualizzazioni erano state oltre 4 milioni e mezzo e il video era stato un vero successo.

Qualche mese fa, il cantante aveva deciso di bloccare il don senza spiegazioni, accusandolo di averlo “tartassato” di messaggi. Don Alberto aveva smentito tutto, ma l’amicizia social si era definitivamente deteriorata.

Gli espliciti e volgari insulti dell’ultimo podcast hanno però spinto il giovane sacerdote a sfruttare l’occasione per affrontare il tema, perché “atteggiamenti del genere, se passano nel silenzio, vengono in qualche modo legittimati e giustificati”. In un video, intitolato “Impariamo l’educazione con Muschio Selvaggio -. Alcune semplici ma fondamentali lezioni per vivere bene insieme e non fare brutte figure”, il giovane sacerdote ha stilato una sorta di manifesto intelligente per l’uso dei social.

“Immagina di uscire la mattina – racconta - per andare a lavorare. Entri bello bello nel tuo bar di fiducia, ti giri e una tua vecchia conoscenza ti rovescia addosso il caffè, così, senza motivo. E si mette pure a ridere. Ecco, io mi sono sentito così”.

Don Alberto racconta di aver saputo del video di Fedez dai suoi ragazzi dell’oratorio. “Quello che mi ha fatto più male è stato vedere gli occhi delusi e tristi dei miei ragazzi. Ci sono rimasti male, ma tanto male. Vorrei provare almeno a cavar fuori qualcosa di buono da questa storia soprattutto pensando ai miei ragazzi, anzi, a tutti i ragazzi in realtà. Magari qualcuno di voi si troverà o si è già trovato vittima di bullismo sui social. Oppure vittima di quel gruppetto in fondo, negli ultimi banchi, che ti continua a sparlare dietro”.

Le “semplici ma fondamentali lezioni di educazione 2.0” di don Alberto ribadiscono che è “tempo di finirla con il bullismo, anche a quello on line”, con la consapevolezza che “le parole possono fare più male delle botte”. D’altra parte “noi siamo ciò che comunichiamo”, soprattutto sui social e “le parole che scegliamo raccontano la persona che siamo.”

Il suggerimento finale è quello di non sottrarsi al confronto e al dialogo: “Quando sei al bar e incontri la persona con cui hai problemi, non rovesciarle il caffè addosso, ma vai a berlo con lei”. Magari da un caffè preso controvoglia può nascere una bella amicizia…

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