Torna il bando di Trump. L'Onu: preoccupati per le conseguenze
Sparito il riferimento alle minoranze religiose, resta il terrorismo. Il divieto d'ingresso negli Usa riguarderà i cittadini di Siria, Libia, Iran, Somalia, Yemen e Sudan.

Tra questi l'esclusione dai controlli di coloro che hanno già un visto e di coloro che sono residenti permanenti negli Stati Uniti. L'esclusione dell'Iraq, secondo Conway, è motivata dai controlli rafforzati che questo Paese ha messo in atto nelle ultime settimane". La lista comprende invece ancora Siria, Libia, Iran, Somalia, Yemen e Sudan. L'Iraq ha commentato lo stralcio dei suoi cittadini giudicandolo un "messaggio positivo" per le relazioni dei due Paesi. Secondo il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, l'Iraq è un alleato vitale degli Stati Uniti nella lotta contro il Daesh.
L'Onu esprime preoccupazione per le conseguenze sui rifugiati. "Siamo preoccupati che questa decisione, anche se temporanea, possa aggravare l'angoscia di coloro che colpisce": così l'Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, ha commentato il 'bando bis' firmato ieri dal presidente Usa Donald Trump che vieta per 90 giorni l'ingresso negli Usa da sei Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen) e congela per 120 giorni gli arrivi dei rifugiati nel Paese. "L'imperativo resta quello di fornire una protezione alle persone in fuga dalla violenza letale", ha detto Grandi aggiungendo che l'Unhcr collabora da tempo con gli Stati Uniti per "la ricerca di soluzioni ai problemi dei rifugiati" e confida di "continuare questa collaborazione".
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