venerdì 12 luglio 2019
Incontro tra autorità giudiziarie italiane e kenyote sul caso della giovane cooperante milanese, rapita il 20 novembre scorso da un gruppo armato. A breve i Ros torneranno a Nairobi per le indagini
Silvia Romano (Ansa)

Silvia Romano (Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

Silvia Romano, almeno fino allo scorso Natale, era ancora viva. Si continua a indagare sulla scomparsa della ventitreenne cooperante italiana milanese, rapita in Kenya il 20 novembre scorso. Secondo due testimoni kenyoti arrestati il 26 dicembre e ritenuti esecutori materiali del sequestro, la ragazza a dicembre era in vita, ma, dopo essere stata ceduta a un altro gruppo di sequestratori, si è persa ogni traccia. I nuovi dettagli sono emersi oggi a Roma durante l'incontro tra le autorità giudiziarie italiane e kenyote, cui hanno partecipato il procuratore generale del Kenya, Noordin Mohamed Haji e il pm titolare dell'indagine aperta a Roma, Sergio Colaiocco.

La volontaria, nell'autunno scorso, è stata sequestrata all'interno del centro commerciale di Chacama, nella contea di Kilifi, da un gruppo di otto uomini della zona, armati con fucili e granate. Silvia, che nei giorni precedenti era stata seguita e pedinata, è stata portata via senza cellulare e senza passaporto e caricata su una moto che si è diretta verso una boscaglia nei pressi del fiume Tana. Degli otto uomini, cinque oggi sono ancora ricercati, due già arrestati saranno processati a fine luglio, mentre un altro sequestratore arrestato, un somalo di 35 anni, trovato in possesso di una delle armi usate nel blitz, ha ammesso le sue responsabilità.

A breve, una squadra del Ros tornerà Nairobi. Dopo la missione dello scorso aprile, i carabinieri, su delega del pm, partiranno per il Kenya per acquisire nuovo materiale probatorio raccolto dalle autorità locali che sono al lavoro per catturare gli altri elementi della banda di sequestratori.

Silvia, istruttrice di ginnastica acrobatica nella palestra Zero-Gravity di Milano, era partita una prima volta per il Kenya nel luglio del 2018 con la ong Orphans's Dreams. Laureata in mediazione linguistica al Ciels, da sempre innamorata dell'Africa, due mesi prima di esser rapita aveva cominciato a collaborare in Kenya con la onlus marchigiana Africa Milele.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: