![Sui rubli le scritte «No alla guerra»: come circola il dissenso in Russia Sui rubli le scritte «No alla guerra»: come circola il dissenso in Russia](https://www.avvenire.it/c/2022/PublishingImages/43d535dc6d9648f1b12edcd8f8add2d3/07fa31bb4c_79534785.jpg?width=1024)
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Il rublo non è ancora carta straccia, dopo il crollo iniziale, la moneta russa negli ultimi giorni si è un po’ risollevata. E per verificare il default economico della Russia bisognerà attendere ancora un mese, nel frattempo però sono i rubli con le scritte contro la guerra ad aver iniziato il loro viaggio attraverso le mani e i portafogli russi.
Slogan proibiti scritti a penna su banconote da 100, 500, 1000 rubli che passano di mano in mano e sfidano il potere di Putin: una forma di protesta silenziosa che garantisce l'anonimato e tutela le persone che vogliono esprimere il loro dissenso contro l'invasione russa in Ucraina, che da Mosca a San Pietroburgo va chiamata l'“operazione speciale”, se non si vuole rischiare di incorrere in 15 anni di carcere.
Va ricordato che in Russia i manifestanti scesi in piazza, nel migliore dei casi, vengono presi a botte e arrestati: si parla di oltre 18mila persone fermate dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina.
Con il loro gesto di manifestare le persone non solo rischiano in prima persona, ma mettono a repentaglio tutta la loro famiglia. Basti pensare che le parole “Ho paura per i miei figli” sono state le prime rilasciate dalla giornalista russa, Marina Ovsyannikova, arrestata dopo che si è resa protagonista di un gesto non violento contro il regime russo, andando in diretta sulla tv nazionale con un cartello in cui si leggeva “No alla guerra” - scritta che peraltro è stata oscurata su media russi che hanno dato conto della protesta della giornalista.
Dopo che la Borsa di Mosca si è vista costretta a chiudere tutte le negoziazioni fino al 18 marzo e dopo il divieto di esportazione di valuta all’estero, conseguenze delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, il popolo russo comincia a sentire il peso della scelta dello zar imperialista di invadere l'Ucraina e una parte, una minoranza tenta di organizzarsi contro il regime, indossando anche su borse e magliette dei “No alla guerra”, in risposta al movimento di propaganda della "Z" che imperversa tra i russi pro Putin.
I rubli riempiti di scritte contro il governo di Putin sono un altro piccolo gesto di protesta che si unisce a quelli dei movimenti femministi e delle "Donne in nero" che negli anni 90 scesero nelle strade delle città russe per protestare contro la guerra in Cecenia e sono pronte a rifarlo il 18 marzo, in occasione della celebrazione dell'annessione della Crimea, la cosiddetta “riunificazione” della Crimea con la Russia, come la definisce il governo russo.
![Dopo che la Borsa di Mosca si è vista costretta a chiudere tutte le negoziazioni fino al 18 marzo e dopo il divieto di esportazione di valuta all’estero, conseguenze delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, il popolo russo comincia a sentire il peso della scelta dello zar imperialista di invadere l'Ucraina. Ecco come una minoranza tenta di organizzarsi contro il regime, indossando anche su borse e magliette dei “No alla guerra”, in risposta al movimento di propaganda della 'Z' che imperversa tra i russi pro Putin. Dopo che la Borsa di Mosca si è vista costretta a chiudere tutte le negoziazioni fino al 18 marzo e dopo il divieto di esportazione di valuta all’estero, conseguenze delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, il popolo russo comincia a sentire il peso della scelta dello zar imperialista di invadere l'Ucraina. Ecco come una minoranza tenta di organizzarsi contro il regime, indossando anche su borse e magliette dei “No alla guerra”, in risposta al movimento di propaganda della 'Z' che imperversa tra i russi pro Putin.](https://www.avvenire.it/c//2022/PublishingImages/43d535dc6d9648f1b12edcd8f8add2d3/photo_2022_79532580.jpg?width=620)
Dopo che la Borsa di Mosca si è vista costretta a chiudere tutte le negoziazioni fino al 18 marzo e dopo il divieto di esportazione di valuta all’estero, conseguenze delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, il popolo russo comincia a sentire il peso della scelta dello zar imperialista di invadere l'Ucraina. Ecco come una minoranza tenta di organizzarsi contro il regime, indossando anche su borse e magliette dei “No alla guerra”, in risposta al movimento di propaganda della "Z" che imperversa tra i russi pro Putin. - .