venerdì 2 marzo 2018
C'erano 40 cadaveri, molti avevano piccole croci. Nella provincia di Ninive scoperte numerose fosse comuni, anche di yazidi. In una trovati 120 corpi di jihadisti
La bandiera delle milizie cristiane e dell'Iraq dietro a una croce sulla collina da cui si vede la pianura di Ninive

La bandiera delle milizie cristiane e dell'Iraq dietro a una croce sulla collina da cui si vede la pianura di Ninive

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Una fossa comune contenenti i cadaveri di quaranta cristiani è stata scoperta dalle Forze di mobilitazione popolare alleate del governo di Baghdad vicino a Mosul, ex roccaforte del Daesh nel nord dell'Iraq.

«Al-Hashd al-Shaabi (Forze di mobilitazione popolare, ndr) insieme alle forze di sicurezza hanno trovato una fossa comune di cristiani che erano stati rapiiti nella regione di Halila, vicino a Badush a ovest di Mosul», ha spiegato una fonte della Chiesa siriaca ortodossa al sito di Alghad Press. «La maggior parte dei resti umani era stata sepolta insieme. Alcuni appartenevano a donne e bambini. Avevano con loro piccole croci cristiane», ha aggiunto la fonte.

Le forze della sicurezza hanno trovato decine di fosse comuni nella regione: in molte erano sepolte vittime della comunità yazida.

Sempre nella provincia di Ninive, di cui Mosul è capoluogo, l'esercito iracheno ha scoperto una fossa comune contenenti i corpi di 120 jihadisti del Daesh che si ritiene siano stati uccisi dai loro comandanti nell'ambito di una faida interna all'organizzazione. Il portavoce delle operazioni militari per la provincia, colonnello Mohammad al Juburi, ha detto che la fossa si trova vicino al villaggio di Zerga, non lontano dal confine con la Siria. Vi sarebbero stati trovati cadaveri di miliziani iracheni e di altri Paesi arabi, uccisi con colpi d'arma da fuoco alla testa o al petto.

Mosul, già considerata la "capitale" del sedicente Stato islamico in Iraq, dopo essere stata conquistata dal Daesh nel giugno 2014, è stata riconquistata dalle forze governative nel luglio dell'anno scorso.

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