sabato 21 gennaio 2017
Sì in Parlamento alla riforma Costituzionale che emenda le norme create dopo il golpe militare del 1980. Il presidente potrà intervenire su tutti gli organi dello Stato. Ad aprile il referendum
Recep Tayyip Erdogan dovrebbe fissare il referendum confermativo ad aprile (Ansa)

Recep Tayyip Erdogan dovrebbe fissare il referendum confermativo ad aprile (Ansa)

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Recep Tayyip Erdogan oramai ce l’ha quasi fatta e presto dovrebbe essere incorinato “Reis”. Il Parlamento turco ha infatti approvato, durante la notte, la riforma costituzionale che rafforzerà i poteri del presidente, aprendo così la strada al referendum previsto in primavera. Il disegno di legge è stato approvato con 339 voti. Per essere approvata la riforma aveva bisogno di almeno 330 voti su un'assemblea di 550 deputati.

La riforma ora passerà nelle mani del presidente Recep Tayyip Erdogan che deciderà quando indire il referendum, previsto probabilmente nelle prime settimane di aprile. Il disegno di legge non ha infatti raggiunto l'approvazione dei due terzi del Parlamento necessaria per bypassare il voto popolare. La riforma è sostenuta dal partito islamista Giustizia e Sviluppo (Akp), al governo dal 2002, che dispone di 317 seggi, e ha ricevuto l'appoggio anche di una parte del Movimento di Azione nazionalista (Mhp), partito più piccolo del Parlamento all'opposizione, che ha 39 deputati. Contrarie le altre due formazioni politiche in aula, il Partito repubblicano del Popolo (Chp), forza socialdemocratica, e il Partito democratico dei Popoli (Hdp), che considerano la manovra un passo in più «verso un regime di un solo uomo», il presidente Erdogan che rischia di governare fino al 2029.

Più poteri per Erdogan

Con la nuova costituzione il presidente acquisirà poteri esecutivi e potrà nominare direttamente i massimi responsabili dello Stato, inclusi i ministri. Il presidente potrà anche nominare uno o più vicepresidenti. L'ufficio e l'incarico di premier, attualmente occupati da Binali Yildirim, verranno aboliti. L'attuale Costituzione, scritta nel 1982 a seguito del golpe militare del 1980, garantisce l'indipendenza dei tribunali «da organismi, autorità e poteri».


Ma la bozza di Costituzione consentirà al presidente di intervenire direttamente sulla magistratura, che Erdogan ha accusato di essere influenzata dai sostenitori del sul ex alleato diventato nemico giurato, l'imam autoesiliato in Pennsylvania Fethullah Gulen, considerato il responsabile del fallito golpe del 15 luglio scorso. Il presidente e il parlamento insieme potranno scegliere quattro membri del Consiglio superiore dalla magistratura (Hsyk), organismo chiave che nomina e rimuove i giudici. Il Parlamento nominerà in autonomia sette membri del Consiglio. I tribunali militari, che in passato hanno condannato ufficiali e addirittura mandato a morte l'allora premier Adnan Menderes dopo il golpe del 1960, in futuro saranno vietati.

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