sabato 28 gennaio 2023
Bruciata l'auto di Luigi Estero, primo consigliere dell'ambasciata a Berlino. Vandali al consolato di Barcellona
L'ambasciata italiana a Berlino

L'ambasciata italiana a Berlino - Ansa

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La vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41-bis e da oltre tre mesi in sciopero della fame, lambisce adesso anche il perimetro dell’eversione internazionale e diventa matrice (accertata almeno in un caso) di due violenti attacchi contro le rappresentanze diplomatiche italiane all’estero. A Barcellona, dove venerdì sera cinque persone hanno infranto la vetrata d’ingresso del consolato generale italiano e imbrattato un murale (vedi articolo in basso), e a Berlino, dove è stata incendiata l’auto di Luigi Estero, primo consigliere dell'ambasciata italiana nel quartiere Berlin-Schoenberg.

In entrambi i casi non ci sono stati danni a persone e le forze di polizia locali hanno già effettuato i necessari rilievi scientifici e investigativi. Per quanto riguarda la capitale tedesca, nonostante non siano ancora emersi elementi sicuri di collegamento con la pista anarchica, gli inquirenti stanno comunque indagando in quella direzione e hanno già confermato la dolosità dell’incendio. D’altronde, solo pochi giorni fa sulla Mainzer Strasse, nel tratto fra la Frankfurter Alle e Scharneweberstrasse, è comparsa una scritta di sostegno a Cospito: «No 41-bis, free Alfredo» (Alfredo libero), circostanza che rafforza l’ipotesi della matrice eversiva.

Preoccupa anche il fatto che gli addetti alla sicurezza dell'ambasciata avevano chiesto alla polizia locale di alzare il livello delle misure di vigilanza dei locali della sede diplomatica. Una richiesta inquadrata proprio nell'ambito di un incremento generalizzato dell'allarme rispetto a questo tipo di attacchi dopo il caso di Atene, dove agli inizi di dicembre era stata incendiata l'auto di Susanna Schlein, anche lei primo consigliere diplomatico dell'ambasciata della capitale greca. Tra l’altro nelle vicinanze del rogo sotto casa della diplomatica era stata trovata una bomba molotov con una miccia mezza esaurita.

Ai due attacchi alle rappresentanze diplomatiche vanno aggiunti anche i casi italiani, come il taglio di alcuni cavi di un traliccio sulla collina torinese, utilizzato da alcune compagnie telefoniche e aziende di vigilanza e accompagnato dalla scritta in viola comparsa su una cabina vicina: «Fuori Alfredo Cospito dal 41-bis».

C’è poi l’anarchica cagliaritana denunciata ieri per danneggiamento dopo aver imbrattato le pareti del Consiglio regionale sardo con scritte sempre a favore di Cospito e il danneggiamento alla villa dell'imprenditore Giorgio Del Papa (già rivendicato da un gruppo anarchico), titolare della Umbria Olii di Campello sul Clitumno, azienda nella quale, nel 2006, morirono 4 operai in seguito a un'esplosione. Nessun incidente, infine, nel corso della manifestazione di circa 100 anarchici andata in scena sempre ieri a Roma in zona Trastevere.

La premier Giorgia Meloni è stata la prima ad esprimere la propria «solidarietà e quella del governo italiano al primo consigliere» Estero e ha assicurato «l’attenzione» dell’esecutivo, che sta seguendo «con preoccupazione questi nuovi casi di violenza nei confronti dei nostri funzionari e delle nostre rappresentanze diplomatiche». Intanto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha contattato le due sedi colpite oltre confine e «ha chiesto – come si legge in una nota della Farnesina – che venga fatta al più presto piena luce sulle dinamiche di questi atti criminosi», disponendo «l’avvio immediato delle procedure per la verifica e il rafforzamento delle sedi e del personale impegnato».

Parole di vicinanza ai nostri funzionari sono arrivate anche dai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Di «atti gravi» che però «non scalfiscono la dedizione del nostro corpo diplomatico in ogni angolo del mondo», ha parlato invece il leader 5 stelle, Giuseppe Conte. Mentre Matteo Richetti di Azione, ha auspicato una rapida risposta delle autorità investigative, perché «nessuno spazio può essere concesso a chi minaccia e intimidisce le istituzioni».



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