Una promessa da mantenere

Domani celebreremo con gratitudine di cittadini il 25 Aprile, il settantasettesimo. E al sessantesimo giorno di nuova guerra aperta in terra d’Europa, nell’Ucraina invasa dalla Russia di Putin...
April 22, 2022
Una promessa da mantenere
Domani celebreremo con gratitudine di cittadini il 25 Aprile, il settantasettesimo. E al sessantesimo giorno di nuova guerra aperta in terra d’Europa, nell’Ucraina invasa dalla Russia di Putin, è bene aver chiaro che questa Festa è preziosa e benedetta non solo e non tanto perché è un’occasione di civile memoria, ma perché è una promessa da continuare a mantenere. Una promessa di Liberazione. Liberazione da ogni potere oscuro e ingiusto. E liberazione dalla guerra. Ideali scolpiti in Costituzione e diventati così abituali nell’esperienza personale e comunitaria che ormai si rischia di darli per scontati, magari, di lasciarli piegare ai calcoli del momento.
Ma la liberazione dall’ingiustizia e dall’oppressione è una cosa seria ed è liberazione – mai conclusa, purtroppo – anche dalle propagande che arruolano e istigano (pure in quel dopoguerra occorse tempo per disarmare mani e coscienze...). Ricordiamocene. E ricordiamoci che proprio questo è il processo storico che la vittoria sul nazifascismo ha faticosamente avviato. Quella fatica ha assicurato all’intero popolo italiano tre quarti di secolo di pace e democrazia. Anni luminosi, difficili e persino plumbei, insidiati anche da illiberali e terroristi di opposto colore, ma fermamente difesi da tantissimi e, infine, pacificamente vissuti da tutti. Sino a oggi.
È però impossibile sottovalutare e a maggior ragione adesso, quell’altra conquista che il 25 Aprile ci ha consegnato: la liberazione dalla guerra. L’articolo 11 della nostra Carta, col suo «ripudio» definitivo, morale e giuridico, della violenza bellica, ha cominciato a scriversi quel giorno, con il sangue versato dai resistenti e da ogni altra vittima, italiana e no, dell’immane macello al quale l’Italia aveva in principio partecipato – ricordiamoci anche questo – come Stato aggressore. Perciò abbiamo posto a fondamento della Repubblica che noi tutti siamo l’idea di un uso militare e civile della forza e del dovere della difesa che si può ben definire nonviolento. Questa è la promessa – ma si può dire la profezia – alla quale con coraggio e lucidità dobbiamo restare fedeli, per contagiare l’Europa e il mondo.

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