Russia, Putin avrà la Guardia nazionale

​Nasce una vera e propria guardia pretoriana agli ordini del presidente, su modello di quella della Roma augustea o dei giannizzeri. (Giorgio Ferrari)
April 6, 2016
Russia, Putin avrà la Guardia nazionale
Trecentomila, forse quattrocentomila uomini. Con pieni poteri nell’esercizio delle loro funzioni, licenza di aprire il fuoco, di uccidere e usare la forza senza preavviso «quando vi siano situazioni di minaccia per la vita di un cittadino o il rischio di un grave crimine», possibilità di arrestare cittadini sospetti «o sospettati di aver commesso un reato» e irrompere in abitazioni e strutture private. Un bel progetto di legge, non c’è che dire, presentato due giorni or sono alla Duma come «un nuovo organo di lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato».Si chiamerà Natsgvardija, ovvero Guardia nazionale, assorbirà i temutissimi Omon (la polizia antisommossa) e i Sobr (le squadre di risposta rapida, equivalenti degli Swat americani) e formalmente verrà guidata dal generale Victor Zolotov (che dal 2014 ricopre la carica di vice-ministro degli Interni ed è stato in precedenza il capo dei servizi di sicurezza del Cremlino). Di fatto però sarà direttamente agli ordini di Vladimir Vladimirovic Putin.In altre parole, una vera e propria guardia pretoriana, su modello di quella imperiale della Roma augustea o dei giannizzeri che proteggevano la vita e i beni del sultano, ma se volete anche con spiccate somiglianze con altre meno nobili formazioni (la Garda de Fier di Codreanu – le famigerate “camicie verdi” nella Romania degli anni Trenta – o – absit iniuria verbis – le stesse Schutz-staffeln, le “squadre di protezione”, ovvero la guardia personale di Adolf Hitler).Perché è inutile girare intorno alla questione: tutti sanno che il compito primario di questa Guardia nazionale non sarà certo quello di combattere il terrorismo o la criminalità organizzata. Più che tenere a bada la mafia cecena o l’irredentismo caucasico di matrice islamista, la Natsgvardija finirà fatalmente per controllare l’ordine pubblico. Le masse, per cominciare, visto che si avvicinano le elezioni politiche di settembre e la Russia, nonostante i vigorosi successi in campo internazionale che hanno enfatizzato e riacceso la passione nazionalista e dunque un ben diffuso consenso, sta affrontando il secondo biennio di sanzioni economiche. Ma c’è chi maliziosamente sostiene che i nuovi pretoriani di Putin avranno l’incarico di sorvegliare anche le élites che fanno da corona al presidente: oligarchi, apparatchiki, alte sfere dell’esercito, della marina, dell’aviazione, oggi fedeli servitori del Cremlino ma domani chissà... Amaro destino dei satrapi: Hafez al-Assad, il “Leone di Damasco” padre del più sbiadito Bashar, guidava la Siria seduto su ben tredici differenti mukhabarat, tredici servizi segreti che si spiavano e si controllavano a vicenda mentre lui li controllava tutti. Purché qualcuno ricordi a Putin che non sempre i pretoriani sono a prova di fedeltà: come si accorsero Caligola, Galba e Commodo. Uccisi o deposti in un battito di ciglia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA