Famiglia e pace: un binomio vero ma che non è affatto scontato
Ho conosciuto suo padre, Giorgio Tarquinio, mi raccontò di quando, sotto un terribile bombardamento, da giovane, i suoi capelli, da scuri, si striarono di bianco all’improvviso, con le mani ...
Caro direttore,
ho conosciuto suo padre, Giorgio Tarquinio, mi raccontò di quando, sotto un terribile bombardamento, da giovane, i suoi capelli, da scuri, si striarono di bianco all’improvviso, con le mani sulla testa, in un fosso romagnolo per ripararsi. I nostri genitori hanno subìto la violenza bellica e hanno combattuto per un futuro migliore, anche se si sono trovati costretti a patire e fare la guerra. Lei probabilmente non si ricorda, ma l’ho vista, da piccolo, alla scuola media “Fiumi” di Assisi. Spero che suo padre stia bene. Io ho perso i miei genitori, che, spero, siano in Paradiso. Il quarto Comandamento – «onora il padre e la madre» – è stata la mia unica ragione di vita da sempre. Dico anch’io, come lei: mai più la guerra! Ci sono guerre anche nelle famiglie e questa è la cosa peggiore, ma chi ama anche a costo della propria vita vince sempre. Buon lavoro.
ho conosciuto suo padre, Giorgio Tarquinio, mi raccontò di quando, sotto un terribile bombardamento, da giovane, i suoi capelli, da scuri, si striarono di bianco all’improvviso, con le mani sulla testa, in un fosso romagnolo per ripararsi. I nostri genitori hanno subìto la violenza bellica e hanno combattuto per un futuro migliore, anche se si sono trovati costretti a patire e fare la guerra. Lei probabilmente non si ricorda, ma l’ho vista, da piccolo, alla scuola media “Fiumi” di Assisi. Spero che suo padre stia bene. Io ho perso i miei genitori, che, spero, siano in Paradiso. Il quarto Comandamento – «onora il padre e la madre» – è stata la mia unica ragione di vita da sempre. Dico anch’io, come lei: mai più la guerra! Ci sono guerre anche nelle famiglie e questa è la cosa peggiore, ma chi ama anche a costo della propria vita vince sempre. Buon lavoro.
Paolo Caimmi
Mi piace molto, caro amico, il suo collegare con realismo famiglia e pace. Non è scontato, ma è vero. Così com’è vero che chi ama sul serio non è immune alla sofferenza, ma vince sempre. Anche se sembra perdere. Grazie per il ricordo di mio padre, che assieme a mia madre manca a me come i suoi genitori mancano a lei, e anche per quello mio da ragazzino. Sognavo con i miei amici un mondo di pace, e lo cantavamo pure. Invecchiando, quell’intonazione non s’è persa, ma rinnovata.
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