mercoledì 10 gennaio 2018
In "Brevi lezioni di dottrina sociale" il gesuita e politologo Bartolomeo Sorge ripercorre, a partire da Leone XIII, i più significativi interventi del magistero sul tema
Una recente foto tra papa Francesco e Bartolomeo Sorge. Al centro l'allora superiore dei gesuiti Adolfo Nicolas Pachon

Una recente foto tra papa Francesco e Bartolomeo Sorge. Al centro l'allora superiore dei gesuiti Adolfo Nicolas Pachon

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Un vademecum per mettere in pratica la Dottrina Sociale della Chiesa

Un breve ma efficace vademecum per ripensare ma anche per mettere in pratica con agili e puntuali consigli la Dottrina sociale della Chiesa: da Leone XIII a papa Francesco. È l’intento dichiarato con cui il gesuita e già direttore della Civiltà Cattolica e di Aggiornamenti Sociali, Bartolomeo Sorge, classe 1929, fin dalla prefazione al suo ultimo saggio Brevi lezioni di dottrina sociale (Queriniana, pagine 224, euro 15) invita i lettori a rileggere – seguendo la traccia indicata da papa Bergoglio – il magistero della Chiesa su questioni nodali come: la famiglia, il diritto alla vita, il personalismo cristiano, i principi non negoziabili, il Creato e il ruolo del laicato in politica.

Il gesuita amico di Paolo VI

Padre Sorge in questo libro ripercorre indirettamente il suo Novecento facendo emergere la sua ammirazione per Paolo VI che lo volle alla guida dal 1973 de La Civiltà Cattolica. Nel saggio l’autore accenna al filo rosso ideale – si pensi a documenti come le Esortazioni apostoliche Evangelii nuntiandi ed Evangelii gaudium – che intercorre tra Paolo VI e Bergoglio. Ma il religioso non tralascia di rievocare i grandi documenti di Pontefici come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che non hanno mai dimenticato nei loro più importanti pronunciamenti di dare voce a chi non ha voce: basti riprendere in mano – è il suggerimento di Sorge – le encicliche del 1981 e del 2009 Laborem exercens o Caritas in veritate. Testi – a giudizio del politologo gesuita che fu tra i principali estensori dell’enciclica sociale di Paolo VI del 1971, Octogesima adveniens – che in grande anticipo rispetto ai tempi di oggi hanno denunciato i mali di una globalizzazione senza regole. Una robusta parte del volume – e certamente non è un caso – è dedicato all’Esortazione apostolica di Francesco Amoris laetitia (2016) e allo sguardo largo e misericordioso del Pontefice verso le tante famiglie frammentate di oggi.
Leggendo queste pagine si torna inevitabilmente alla passione per le questioni come il bene comune e alla scuola di formazione politica intrapresa proprio da Sorge a Palermo all’istituto Arrupe negli anni Novanta. Padre Sorge in una lunga cavalcata di accenni e ricordi torna ai grandi appuntamenti della Chiesa italiana che hanno cercato di dare una scossa al cattolicesimo impegnato e al suo laicato: dal Convegno della diocesi di Roma del 1974 a quello ecclesiale nazionale di Loreto (1985) con la sua “scelta religiosa” (caldeggiata dai cardinali Martini e Ballestrero) ai successivi di Palermo (1995) e Verona (2006). Significative sono le pagine che padre Sorge dedica a un figura oggi poco conosciuta ma fortemente incisiva per il suo stile di testimonianza cristiana: il segretario della Cei l’arcivescovo toscano Enrico Bartoletti (1916-1976). L’autore infine si dice convinto che solo riprendendo e attualizzando la lettura dei «segni dei tempi» tracciata dal Concilio Vaticano II e dallo stile sinodale proposto da papa Francesco nel discorso al Convegno ecclesiale di Firenze (2015) si potrà ripartire da una «Chiesa madre» che, secondo le parole di Bergoglio, sia in grado di «accompagnare», «accarezzare» e «comprendere» la vita di ogni battezzato, vero lievito e sale per tutta la «società civile».

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