martedì 13 ottobre 2015
​Padre Lombardi nel suo briefing sui lavori del SInodo. "Invito a non farsene condizionare". Luciano Moia
La Relazione, la lettera e le "verifiche necessarie" (S.FalascaSPECIALE
IL DIARIO  «Ma lasciamo fare a Bergoglio»
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Il "giallo" della lettera al Papa firmata da un nutrito gruppo di cardinali? «Un disturbo per il Sinodo». Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, evita i giri di parole e va diritto al problema. «Chi a distanza di giorni ha pubblicato la lettera ha compiuto un atto di disturbo». Probabilmente i firmatari della missiva, «almeno i più autorevoli», non intendevano raggiungere questo risultato, ma nella realtà è quanto capitato. L'invito di padre Lombardi è dunque quello di «non farsene condizionare: che si possano fare osservazioni sulla metodologia del Sinodo, che è nuova, non stupisce - ha proseguito padre Lombardi - ma una volta stabilita, c'è l'impegno di tutti a applicarla nel migliore dei modi». Lo ha detto padre Lombardi a proposito della lettera di alcuni cardinali al Papa. «Come sappiamo - ha dichiarato il portavoce vaticano aprendo questa mattina il briefing sul Sinodo - almeno quattro padri sinodali compresi nella lista dei presunti "firmatari" hanno smentito. Il cardinale Pell ha dichiarato che la lettera fatta avere al Papa era riservata e tale doveva rimanere riservata. Ma rispetto alla lettera effettivamente consegnata, né il testo né le firme corrispondevano». Già ieri, com'è noto, quattro porporati - e cioè Scola, Vingt-Trois, Piacenza ed Erdo - avevamo preso le distanze dall'operazione e avevano dichiarato di non aver mai firmato la missiva. Nella notte un sito americano aveva corretto l'elenco dei firmatari e aveva specificato che andavano aggiunti i nomi del cardinale americano Di Nardo, dell'africano Njiue, del presidente emerito della Pontificia accademia per la Vita, Sgreccia, e dell'arcivescovo di Città del Messico, Rivera Carrera. Poco fa però quest'ultimo ha smentito, e il giallo della lettera s'infittisce. Quali certezze allora? Si sa - per ammissione dello stesso padre Lombardi - che un esposto con una serie di annotazioni critiche sulle procedure del Sinodo è stata effettivamente consegnato prima dell'inizio dei lavori al Papa da parte del cardinale Pell. Ma quanto poi emerso, come ha spiegato lo stesso cardinale australiano, non corrisponde al testo originale. E anche sui firmatari c'è molta confusione. Due le ipotesi. Forse la persona che ha riferito l'esistenza della lettera si è limitata a sintetizzarne i contenuti e ad elencare a memoria una serie di nomi, dimenticandone alcuni e inserendone altri rivelatisi poi sbagliati. Oppure chi ha deciso di rendere noto il messaggio dei tredici cardinali al Papa ha deliberatamente confuso le acque per alimentare la confusione. Da qui la sottolineatura di Lombardi sull'effetto disturbo. Poco fa un esperto sinodale, conversando con uno dei cardinali compreso nel primo elenco dei firmatari, si è sentito rispondere: «La lettera? Sì, mi pare di aver sottoscritto un documento appena arrivato a Roma sabato scorso (3 ottobre ndr). Ma mi era stato presentato come un appello al Papa per un esito positivo dell'assemblea, non certo come un testo di critica». Inutile ogni commento. Durante il briefing di stamattina padre Lombardi ha ricordato l'intervento del Papa in Aula, lunedì 5 ottobre, nella prima giornata dei lavori: «Nella sostanza - ha detto - le difficoltà della lettera erano state evocate lunedì sera in aula anche se non così dettagliatamente, e come sappiamo il Papa e la segreteria generale avevano risposto con chiarezza», circa la procedura. Durante il briefing è intervenuto anche l'abate tedesco Jeremias Schoroder che, a proposito del problema dei divorziati risposati, ha detto: «Vengo dalla Germania e mi sembra che la questione dei divorziati risposati sia molto sentita dai cattolici tedeschi. Ho anche l'impressione che la comprensione della omosessualità sia un'altra area in cui occorre formulare risposte pastorali». Rispondendo poi a una domanda sulla valorizzazione del ruolo delle Conferenze episcopali e dei vescovi, in particolare della cosiddetta "devolution dottrinale", l'abate, che è padre sinodale eletto dalla Unione dei superiori generali, ha informato che «molti interventi in aula hanno cercato di accordare la pastorale con la cultura dei diversi contesti e Paesi». Questo pomeriggio i padri sinodali impegnati nei tredici "circoli minori" hanno affrontato la terza parte dell'Instrumentum laboris, quella relativa alla "Missione della famiglia oggi", quattro lunghi capitoli densi di argomenti complessi, dalla preparazione al matrimonio ai separati, dai divorziati risposati alle famiglie monoparentali, dalle vie penitenziali alla peculiarità della tradizione ortodossa, dall'attenzione per le persone omosessuali all'affido e all'adozione. In mattina invece è stato concluso l'esame sulla seconda parte e per domani mattina sono attese le tredici relazioni dei gruppi linguistici che sintetizzano le proposte di modifica su questa specifica parte.
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