sabato 13 agosto 2022
Una «santa della porta accanto» che sarebbe piaciuta a papa Francesco, sempre pronta ad accogliere le persone per ascoltarle o dare conforto
Matrimonio mistico della beata Osanna Andreasi (particolare), Orsola Caccia 1648 circa

Matrimonio mistico della beata Osanna Andreasi (particolare), Orsola Caccia 1648 circa - Museo diocesano di Mantova

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Una «santa della porta accanto» che sarebbe piaciuta a papa Francesco, sempre pronta ad accogliere le persone per ascoltarle o dare conforto. Vicina al popolo e attenta alla vita politica della città, tanto che divenne fidata consigliera della famiglia Gonzaga e, nel momento della morte, ebbe accanto il marchese Francesco II e sua moglie Isabella d’Este. A distanza di oltre cinque secoli dalla scomparsa, la beata Osanna Andreasi (1449-1505) rimane fulcro di una forte devozione, perciò la diocesi di Mantova ha deciso di riprendere il percorso per la canonizzazione. L’annuncio è stato dato sabato 18 giugno, memoria liturgica della beata.

«Il Dicastero delle Cause dei Santi ci ha indicato la strada per riprendere l’iter di canonizzazione per equipollenza – ha dichiarato il vescovo Marco Busca –, termine che precisa una procedura che non prevede attestazioni di nuovi miracoli ma la persistenza del culto. Osanna è già stata riconosciuta beata dalla Chiesa universale. Il processo non è mai stato chiuso, attende solo di essere ripreso.

La sua biografia, le lettere che ha scritto e le testimonianze risultano sorprendentemente in linea con il profilo di santità nel mondo contemporaneo che emerge dalla “Gaudete et exsultate” di papa Francesco. Inoltre, molti aspetti della sua personalità, figura capace di comunione, contemplazione e profezia storica, in missione verso la città, potrebbero offrirci ispirazioni preziose».
Osanna Andreasi nacque a Carbonarola, in provincia di Mantova, nel 1449. Proveniente da una famiglia nobile, la sua vita su ispirata dalla figura di santa Caterina da Siena. Fin da piccola ebbe visioni mistiche e a 15 anni entrò nell’Ordine domenicano. Da terziaria vestì l’abito delle suore della penitenza di san Domenico. Nel 1477 le sue mani, il costato, i piedi e la fronte vennero segnati dalle stigmate.

Visse una vita esemplare di preghiera e di contemplazione secondo la tradizione della regola domenicana. Partecipò alla vita della corte mantovana dei Gonzaga, diventando ascoltata consigliera di Federico e Margherita prima e di Francesco II e Isabella d’Este poi. Morì il 18 giugno 1505 e papa Leone X Medici ne concesse il culto l’8 gennaio 1515.

«Osanna era una terziaria domenicana e scelse la via della consacrazione rimanendo laica – ha spiegato don Stefano Savoia, direttore dell’Ufficio Beni culturali di Mantova –. Visse sempre nella sua casa, nel cuore della città ed era molto apprezzata dalla gente. La sua porta era aperta a tutti e accoglieva chiunque avesse bisogno di aiuto, conforto o preghiere. È una figura estremamente attuale che può insegnare molto ai cristiani di oggi».

L’iter di canonizzazione prevede un doppio impegno. «Innanzitutto, vogliamo costruire un percorso ecclesiale per dimostrare che il culto è vivo, anche al di fuori della nostra diocesi – ha aggiunto don Savoia –. In questo sarà fondamentale il contributo dei domenicani che ne hanno diffuso le opere in conventi, chiese e altri territori. Parallelamente, è necessario il lavoro degli storici: verrà realizzato un dossier di documenti e testimonianze analizzate in modo critico».

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