giovedì 20 gennaio 2022
Scomparso a 102 anni lo storico direttore dell'Ansa (dal 1961 al 1990). L'omaggio grato di un suo ex allievo
Sergio Lepri in una immagine del 2019

Sergio Lepri in una immagine del 2019 - Ansa

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Addio a un maestro del giornalismo italiano: Sergio Lepri, storico direttore dell'agenzia Ansa dal 1961 al 1990, è morto a Roma all'età di 102 anni. Era nato a Firenze il 24 settembre 1919 ed era giornalista professionista dal 1945. È stato caporedattore de "Il Giornale del Mattino" di Firenze dal 1953 al 1956; capo del Servizio stampa della Presidenza del Consiglio nel governo di Amintore Fanfani dal 1958 al 1959, per assumere due anni dopo la guida dell'Ansa.

Sintesi, chiarezza, accuratezza: Sergio Lepri era semplicemente il giornalismo come dovrebbe essere. Dei 102 anni che ha vissuto, 30 li ha trascorsi a dirigere la principale agenzia di stampa italiana, l’Ansa, ma per quasi un ventennio ha anche tirato su generazioni di giovani giornalisti alla Scuola di specializzazione della Luiss.

Coloro che hanno avuto la fortuna di essere suoi allievi, come chi scrive, ne ricordano l’entusiasmo e l’energia nel trasmettere la sua esperienza sconfinata (aveva intervistato i grandi della terra e assistito in prima persona a eventi che ora si trovano nei libri di storia) e i "trucchi" del mestiere, che per il direttore Lepri non erano affatto trucchi, ma regole precise da osservare se vuoi fare bene il tuo lavoro.

Una di queste, forse la principale, prevedeva una rigorosa separazione tra fatti e opinioni: se scrivi la cronaca di un fatto, il lettore non deve capire come la pensi, per quello ci sono i commenti. Una regola che applicava innanzi tutto a se stesso.

Laico e liberale, già partigiano azionista ma anche ex portavoce del presidente del Consiglio democristiano Amintore Fanfani, toscano come lui, era profondamente rispettoso delle opinioni altrui e delle diverse estrazioni culturali. Un rispetto autentico, non di facciata, da galantuomo quale era.

Un’altra sua preziosa lezione è che la cronaca deve essere asciutta, essenziale e curata: da una sfilza di lanci di agenzia ci chiedeva di trarre 30 righe, ma in modo che non mancasse alcun elemento fondamentale; poi ci dimostrava che si poteva arrivare anche a 20, senza mai compromettere la completezza e la chiarezza dell’informazione. Insegnamenti rimasti scolpiti, a trent’anni di distanza. E se talvolta si ha l’impressione di averli traditi, per fretta o per passione, ancora oggi il pensiero va subito a lui: chissà che cosa avrebbe detto. Addio maestro Sergio Lepri, è stato un grande onore.

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