mercoledì 28 febbraio 2024
Dopo la vittoria sarda a segretaria del Pd incalza il leader pentastellato: «Ora avanti, testardamente unitari» nelle altre regioni. L'ex premier prudente e chiede progetti e candidati credibili
Schlein e Conte in «campo» aperto

Ansa

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Largo, giusto, progressista che dir si voglia, questo “campo” tra Pd e M5s ha dato i suoi frutti e chi esulta con maggior forza è chi ci ha creduto di più, vale a dire la segretaria del Pd Elly Schlein, che vede dopo un anno di lavoro «l’alternativa» alla maggioranza del centrodestra. Nella quale, con la vittoria dell’alleanza per Todde, si è aperta la prima crepa. Ma gli appuntamenti elettorali sono incalzanti, tra due settimane si vota in Abruzzo, quindi si rinnoveranno i governatori di Basilicata, Piemonte e Umbria. E lì i dem intendono continuare a essere «testardamente unitari», va ripetendo la segretaria Pd, che ha rimesso insieme il partito, si è guadagnata anche gli «applausi» di Stefano Bonaccini e ora con Dario Franceschini chiede agli alleati «generosità».

Meno propenso a condividere e più interessato a intestarsi la scelta della nuova governatrice della Sardegna, Giuseppe Conte insiste sul percorso per arrivare alla coalizione, su «un progetto credibile», nel rispetto della «specificità dei territori» e con «compagni di viaggio affidabili. Non possiamo prendere un impegno con i cittadini» se abbiamo «compagni inaffidabili». Ma anche il leader di M5s ha sperimentato che senza l’alleanza con il Pd e il resto del centrosinistra non riesce a fare risultato a livello locale. Però ci tiene a marcare le differenze. «Noi non andiamo al governo per gestire il potere ma per realizzare il cambiamento», ragiona l’ex premier. Che poi ammette: la Sardegna «ci fa ben pensare in prospettiva futura perché quando c’è un progetto serio, c’è un lavoro con le comunità di riferimento, si possono ottenere risultati sorprendenti rispetto alle aspettative». L’occasione per replicare e quindi consolidare la strategia arriva dunque a breve, con il voto in Abruzzo del 10 marzo. Qui il campo è larghissimo, nel senso che tutte le minoranze corrono insieme a sostegno del candidato unitario Luciano D’Amico. Anche il leader di Azione Carlo Calenda, che dopo aver sostenuto Soru sull’isola, promette che non andrà più solo alle regionali: «Non è fattibile e non lo faremo più». E lì Schlein e Conte sono determinatissimi a tentare un bis. La stessa neogovernatrice Todde sarà nella regione per la campagna elettorale. I due leader, dunque, accolgono con soddisfazione le parole di Calenda: «Mi fanno piacere? Assolutamente sì», commenta la segretaria dem. «Non eravamo noi quelli dei veti pregiudiziali - replica il presidente 5s - . Ad ogni modo per noi la bussola rimane orientata verso un campo progressista, non lavoriamo per cartelli elettorali senza progetti e ad ogni costo». Perché, continua, «da soli non si vince, ma si vince con programmi e obiettivi chiari».

a i veri nodi si presenteranno con il voto di aprile in Basilicata, e per quello successivo del Piemonte, che andrà alle urne a giugno contestualmente alle elezioni europee. Il responsabile Enti locali del Nazareno, Davide Baruffi lavora da mesi per mettere insieme il “campo”: «Un accordo unitario è ora indispensabile esercitando tutti un di più di responsabilità», dice. Basterebbe cercare anche lì «candidati indipendenti», suggerisce Calenda. Angelo Chiorazzo si sta scaldando per scendere in campo in Basilicata ormai da mesi, ma Conte non vuol sentirne parlare e continua a chiedere «prima i progetti, poi il nome ». Per Chiorazzo ieri si è speso di nuovo Roberto Speranza, vicino all’ex premier, nel cui governo giallo-rosso è stato ministro della Salute. Ma Conte preferirebbe che a correre fosse lo stesso Speranza, che però non ha finora dato segnali in questo senso. Mentre ancora più complessa è la situazione in Piemonte, dove Chiara Appendino è poco propensa a collaborare con il Pd, ma Schlein vorrebbe candidare Chiara Gribaudo, mentre Bonaccini sostiene per Daniele Valle. Diversa sarà la trattativa per l’Umbria, che arriverà dopo l’estate e dunque dopo che si saranno consumate le europee, che metteranno in luce i veri rapporti di forza.

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