martedì 30 aprile 2013
Preiti, l’uomo che ha sparato ai carabinieri, rovinato anche dal gioco. Balduzzi, ex ministro Salute: «Guai ingenerati dal disagio delle scommesse». Le associazioni: bloccare con urgenza le nuove concessioni per mille sale gioco.
IL COMMENTO Dall’azzardo ai fallimenti le emergenze in uno sparo di Francesco Riccardi
LA LETTERA «Io, giocatore pentito, vi prego: aiutatemi a non fare gesti folli»
INTERVISTA Il ministro Mauro: «Ora una task force per frenare il disagio»
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Malato di mente, forse no. Pazzo per le slot-machine, certo che sì. Luigi Preiti ci ha provato in ogni modo a svoltare. Alla maniera di migliaia e migliaia di molti altri. Allucinato dai numeri che scorrono sui video, stordito dalla musichetta che invoglia a sacrificare ancora un’altra monetina. Con le dita che compulsano nervosamente sulle tastiere luminose. Anelando al colpo di fortuna che ti rimetterà in pari con la vita. Gli ultimi risparmi del manovale calabrese se ne sono andati così. «C’è un cortocircuito fra alcuni cittadini, ingenerato dal disagio che cerca una compensazione nel gioco d’azzardo. Ma quest’ultimo diventa ossessione e ingenera un disagio ancora più grande». Lo dice Renato Balduzzi, ex ministro della Salute, che ricorda come il problema della dipendenza dalle scommesse possa aver contribuito a scatenare il comportamento patologico di Preiti. E pensare che qualche settimana fa un pressoché sconosciuto dirigente dei Monopoli di Stato, giocando d’azzardo con le parole, aveva minimizzato l’impatto delle ludopatie, perfino negandone l’esistenza. Chissà quanti altri Luigi Preiti stanno affidando gli ultimi spiccioli a una qualche macchinetta mangiasoldi. E saranno sempre di più se, in mancanza di una seria regolamentazione, si arriverà addirittura ad aprire mille sale per il poker dal vivo. Un pericolo scongiurato alcuni mesi fa grazie alle inchieste di Avvenire, con cui è stato smascherato il tentativo di occultare dentro a un pacchetto di norme economiche, quella che avrebbe consegnato definitivamente l’Italia ai biscazzieri. Entro luglio, però, la questione potrebbe essere riproposta, a meno che il nuovo governo non decida di chiudere definitivamente con le politiche ultrapermissive degli anni scorsi. «Chiediamo l’immediata sospensione di tutte le nuove concessioni e il potenziamento dei servizi sanitari per la cura», è la richiesta della Consulta nazionale antiusura e del cartello «Insieme contro l’azzardo». Il fatto che Preiti fosse uno "schiavo" delle slot «non ci lascia indifferenti». Nel documento si «invitano i membri del governo a riflettere su quanto accaduto e ad intervenire urgentemente per una effettiva ed efficace regolamentazione». La vicenda di Luigi Preiti mette in mostra «il nesso sempre più stringente tra crisi economica, crisi familiare e gioco». Lo sottolinea in una nota "Mettiamoci in gioco", la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, promossa da un cartello di associazioni, tra cui Acli, Adusbef, Anci, Arci, Libera, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Federconsumatori, Fondazione Pime, Gruppo Abele. «L’azzardo può diventare un potente catalizzatore di malessere, di sfiducia, di depressione, contribuendo alla rovina di persone e famiglie», continua la nota. Chissà se dopo il dramma di domenica la politica prenderà coscienza di che cosa davvero vuol dire «gioco d’azzardo patologico».
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