lunedì 19 ottobre 2020
Una donna scrive una lettera: abusata negli anni '90. Il parroco coinvolto chiede e ottiene la sospensione dall'incarico, anche senza denunce formali. Seguite le indicazioni della Cei
La curia arcivescovile di Milano

La curia arcivescovile di Milano - Fotogramma

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Presunto caso di abuso in diocesi di Milano. E l’arcivescovo Mario Delpini dispone l’avvio di un’indagine. Mentre il sacerdote segnalato – su un sito internet – come responsabile dell’abuso ha chiesto e ottenuto la sospensione dall’incarico di parroco. A renderlo noto è la stessa diocesi con un comunicato.

L’avvio dell’indagine.

«Domenica 11 ottobre è stata pubblicata su una testata online la lettera di una persona che denuncia di avere subito un abuso di natura sessuale negli anni novanta, abuso che avrebbe come responsabile un sacerdote della diocesi di Milano, don Alberto Lucchina», si legge nella nota della Curia. A quella lettera ne è seguita una seconda, sulla stessa testata, in data 16 ottobre. L’autrice vi racconta di abusi subiti fin da quando faceva la prima media, e rievoca «il lungo percorso di sofferenza, una vita rovinata, relazioni distorte», patito in conseguenza di quegli abusi.

Tornando alla nota di piazza Fontana: «Non è giunta direttamente alla Curia di Milano alcuna segnalazione relativa a questo fatto, né risulta presentata alcuna denuncia all’autorità giudiziaria o avviato alcun procedimento penale o civile a carico del sacerdote».

Tuttavia: «la diocesi, coerentemente con la sensibilità e il rigore con cui affronta situazioni di questo genere, comunica che l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha disposto l’avvio dell’indagine prescritta dalle norme canoniche». Inoltre: si rende noto che «don Alberto Lucchina ha chiesto e ottenuto una sospensione dall’incarico di parroco delle Parrocchie di Santa Maria Assunta e Santa Maria Ausiliatrice in Inzago (Milano), e si rende disponibile ad ogni approfondimento». Infine si precisa: «nessuna denuncia o segnalazione relativa a questo o altri episodi simili che coinvolgano don Alberto Lucchina è pervenuta negli anni scorsi alla Curia di Milano».

La vicinanza del pastore.

L’arcivescovo «esprime la propria vicinanza alle comunità parrocchiali citate», che venerdì sera sono state visitate dal vicario episcopale per la Zona VI, monsignor Michele Elli, «e a tutti i soggetti in vario modo coinvolti nella vicenda». Il comunicato ricorda infine come il 23 novembre 2019 sia stato costituito il Referente diocesano per la tutela dei minori «che, seguendo adeguate modalità di contatto, ha la finalità di accogliere le segnalazioni relative a presunti abusi su minori e di raccogliere gli elementi per una prima valutazione dell’Ordinario». L’istituzione di questa figura e la nomina di Livia Pomodoro, già presidente del Tribunale di Milano, quale Referente per il triennio 2019-2022, fanno parte di un articolato percorso nel quale si inserisce la pubblicazione del documento Formazione e prevenzione. Linee guida per la tutela dei minori, elaborato nei mesi precedenti dalla Commissione diocesana per la tutela dei minori istituita da Delpini nel febbraio del 2019.

Ascolto e verifica.

«Scopo dell’indagine previa disposta dall’arcivescovo è verificare se c’è un’ipotesi consistente di delitto. Una persona incaricata sentirà don Lucchina e tutte le persone che possano dare elementi utili a questa verifica. L’esito andrà alla Congregazione per la dottrina della fede, cui spetta di chiedere l’avvio del procedimento penale», spiega ad Avvenire monsignor Marino Mosconi, cancelliere arcivescovile. «In questi casi il sacerdote viene sospeso dall’incarico. Qui è stato lo stesso don Lucchina a chiederlo. Fin dall’inizio, davanti all’emergere di questa notizia, ha mostrato grande disponibilità alle necessità dell’inchiesta». Dove si intende dare ascolto anche all’autrice della denuncia online, «la cui lettera è apparsa senza firma» ma che si spera di poter contattare. Venendo al Referente per la tutela dei minori: «finora si è occupato dell’ascolto di una segnalazione giunta pochi giorni prima della sua istituzione. In precedenza erano state numerose le segnalazioni, accolte e ascoltate sempre con la massima disponibilità dalla diocesi».



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