martedì 22 ottobre 2019
Il presidente della Repubblica ha consegnato le onorificenze ai Cavalieri del lavoro e ha proposto un'«alleanza tra generazioni». «No» a ostacoli e «migrazione forzata» all'estero per lavorare
Mattarella: contrapporre giovani e anziani mina la coesione sociale
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«È necessaria l’alleanza tra le generazioni. Nessuna comunità può progredire se si spezza la catena della fiducia, della trasmissione dell’esperienza, della speranza di pensare e realizzare, insieme, un futuro migliore».

Sergio Mattarella, al Quirinale, ospita la tradizionale cerimonia di consegna delle onorificenze ai Cavalieri del lavoro, alla presenza del presidente della Federazione, l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato, e del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Il capo dello Stato parla dopo avere consegnato le insegne ai nuovi Cavalieri e gli attestati ai nuovi Alfieri del lavoro. Proprio questo abbinamento generazionale è il «segno» da cui trae spunto, per ribadire - nel pieno di una discussione non facile sulla prossima legge di Bilancio - che «nessuna comunità può progredire se si spezza la catena della fiducia, della trasmissione dell’esperienza, della speranza di pensare e realizzare, insieme, un futuro migliore», se i giovani «incontrano ostacoli nel loro percorso di crescita, o se la struttura sociale li emargina, non crea opportunità e occasioni di assunzione di responsabilità, mettendoli, talvolta, di fronte a scelte di migrazione forzata per assicurarsi un futuro».

Certo, poter accumulare esperienze all’estero «costituisce una ricchezza importante». Ma sempre più diventa una scelta obbligata, sempre più giovani «debbono lasciare il nostro Paese, cercando altrove opportunità che qui tendono a rarefarsi». Di qui Mattarella lancia un appello per «un dialogo virtuoso tra giovani, istituzioni, sistema formativo, imprese», rifuggendo dagli «eccessi di cautela» che rendono difficile avviare un’attività in proprio, complicando l’accesso ai finanziamenti e «chiudendo spazi all’innovazione, a iniziative che andrebbero, al contrario, incoraggiate».

Si tratta in larga misura di «problemi inediti», di fronte ai quali occorre usare «serietà e lungimiranza», evitando «artificiose contrapposizioni giovani/anziani», scivolando in «un terreno insidioso che pone in discussione la stessa coesione sociale». Se, in piccolo, la «preoccupazione di ogni famiglia è l’avvenire di figli e nipoti», allargando l’orizzonte occorre un «patto tra le generazioni per far crescere l’Italia e confermarla il meraviglioso Paese che abbiamo ricevuto». Fondamentale quindi investire in «scuola, formazione, ricerca, sostegno alle iniziative giovanili», senza tralasciare di «occuparsi degli adulti che perdono il lavoro e hanno bisogno di riqualificarsi, di costruire nuove competenze».

Privilegiare «talento e merito» significa promuovere lo sviluppo, «rimuovendo i muri dell’esclusione, della diseguaglianza di opportunità e di diritti, dell’illegalità». E promuovendo la sostenibilità ambientale. La nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, ricorda Mattarella, si è posta l’«ambizioso obiettivo» di far del nostro «il primo Continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, riducendo di almeno il 50 per cento le emissioni nocive entro il 2030». Un obiettivo in cui mettere insieme, con la sostenibilità, «ricerca e formazione, innovazione, crescita di occupazione». Un’«occasione storica», in direzione della «crescita», e della «maggiore coesione sociale». In tutto questo l’Europa non rappresenta un ostacolo, tutt’altro: una Ue più forte «è essa stessa condizione per un contesto favorevole alle vostre, alle nostre imprese».

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