venerdì 16 dicembre 2022
I pm di Latina ipotizzano l’impiego di false fatture emesse da società fittizie nell’ambito dell’inchiesta sulle coop Karibo e Consorzio Aid, e ottengono il sequestro di 650mila euro
Il deputato Aboubakar Soumahoro con la moglie Liliane Murekatete, indagata dalla procura di Latina per l’inchiesta su migranti e accoglienza

Il deputato Aboubakar Soumahoro con la moglie Liliane Murekatete, indagata dalla procura di Latina per l’inchiesta su migranti e accoglienza - Imagoeconomica

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Dopo la suocera, anche Liliane Murekatete, la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, è indagata dalla procura di Latina nell’ambito dell’inchiesta sulle coop pro-migranti Karibu e Consorzio Aid. Per una vicenda di false fatture emesse tramite società fittizie per frodare il fisco. Lei però si difende e respinge ogni accusa: «Sono totalmente estranea ai fatti». E anche il marito fa quadrato: «Liliene dimostrerà la sua innocenza».


Liliane Murekatete: sono estranea ai fatti

Ma l’ex sindacalista va oltre e passa all’attacco, ribadendo di non aver alcun ruolo in una vicenda che l’ha reso, di nuovo, bersaglio di attacchi politici: «Prosegue la vergognosa persecuzione, la caccia alle streghe, la macchina del fango» con alcuni media che «titolano “caso Soumahoro”, accostando impropriamente la mia immagine per voler convincere il lettore di un mio inesistente coinvolgimento nelle indagini».

C’è dunque anche il nome di Murekatete, oltre a quello di sua madre Marie Terese Mukamitsindo e di altre quattro persone (tra cui due fratellastri della compagna del parlamentare) nell’ordinanza con cui il gip di Latina ha disposto il divieto per un anno di contrattare con la Pubblica amministrazione ed esercitare imprese o uffici direttivi. Ma soprattutto, ha ordinato il sequestro di oltre 639.000 euro per la madre e di 13.000 euro circa per la figlia e il suo fratellastro Michel Rokundo. L’accusa nei confronti della compagna di Soumahoro è “dichiarazione fraudolenta” per evadere il fisco. Murekatete si è subito detta, per voce del suo avvocato Lorenzo Borrè, «assolutamente estranea rispetto ai fatti contestati, che peraltro riguardano un presunto danno erariale di 13 mila euro. Siamo certi - ha detto ancora il legale - che a breve, anzi a brevissimo, verrà fatta chiarezza e dimostrata la totale innocenza della mia assistita».

Certo è che il gip non c’è andato leggero: «Collaudato sistema fraudolento», «elevata spregiudicatezza criminale», «programma delinquenziale a gestione familiare», alcuni dei passaggi più severi dell’ordinanza. Nella quale peraltro si ricordano «gli allarmanti accertamenti sulla qualità dei servizi erogati» dalle due coop che si occupavano di accoglienza e integrazione dei migranti, con significativi appalti pubblici: «Sovrannumero di ospiti, carenti condizioni igieniche, assenza di derattizzazione e deblattizzazione - scrive il magistrato - nonché, più genericamente, la scarsità delle prestazioni fornite».

A tutto ciò va aggiunto un drappello di ormai ex dipendenti di Karibu e Aid, lasciati da mesi senza stipendio e adesso anche senza lavoro, che dalla scorsa estate premono per ottenere quanto gli spetta: «Oggi con il prefetto di Latina abbiamo delineato la strada, un confronto permanente finalizzato alla ricollocazione del personale», fa sapere il sindacato Uiltucs che li tutela. E che poi mette il carico: «A oggi solo i lavoratori hanno espresso la vera accoglienza. I datori di lavoro hanno privilegiato solo il profitto tralasciando il salario dei dipendenti». Murekatete, che pure si è dimessa dagli incarichi societari da qualche tempo, negli ultimi giorni è stata anche al centro di polemiche e dibattiti per lo sfoggio che avrebbe fatto sui social di abiti e accessori costosi: «Non si è mai arricchita con la cooperativa », aveva assicurato giorni fa il suo avvocato, e il marito stesso aveva difeso le scelte della donna. Cosa che è tornato a fare ieri.

«Sono profondamente amareggiato, dispiaciuto e preoccupato. La mia compagna dimostrerà la sua innocenza» ha fatto sapere tramite l’avvocata Maddalena Del Re, esprimendo «massima fiducia» nella magistratura e dicendosi «certo» che «la verità fattuale verrà ristabilita». Poi Soumahoro ribadisce la sua «totale estraneità ai fatti, di cui non ero a conoscenza » e manda un messaggio a chi gli chiede di dimettersi: «Continuerò a impegnarmi nella mia attività politicoparlamentare sui temi che hanno da sempre caratterizzato il mio impegno».


LE TAPPE

1 La denuncia del sindacato

Tutto parte a metà novembre dalla segnalazione di un sindacato, Uiltcs, su due coop attive nel campo dell’accoglienza dei migranti: sono la Karibou e Consorzio Aid, gestite dalla suocera del deputato del gruppo Verdi Sinistra Aboubakar Soumahoro, Maria Terese Mukamitsibdo, e dalla moglie, Liliane Murakatete.

2 La difesa e l’autosospensione

Alcuni minorenni, in particolare, sostengono di essere stati maltrattati e privati di acqua e luce nelle strutture, mentre gli stipendi non sarebbero stati pagati a ben 26 dipendenti. Lo scandalo coinvolge anche il deputato, che difende la moglie e alla fine decide di autosospendersi dal partito.

3 Le perplessità della Caritas

Don Andrea Pupilla, direttore della Caritas di San Severo (Foggia) racconta che, nonostante Soumahoro si sia fatto riprendere nei panni di Babbo Natale, l’anno scorso, mentre andava a portare regali ai bambini, «nel ghetto di Torretta bambini non ce ne sono e a Borgo Mezza, sono molto pochi».



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