domenica 4 ottobre 2020
Approvati simbolo, nome e programma. Zamagni: il bipolarismo ha fallito, il pensiero cattolico torni protagonista. Leadership collegiale: 21 membri. L'incoraggiamento del cardinale Re
Il nome e simbolo del nuovo partito

Il nome e simbolo del nuovo partito - .

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Un nuovo soggetto politico «di ispirazione cristiana, autonomo e non confessionale». Una sfida da vincere "Insieme". Si chiama così il nuovo partito: un progetto a lungo coltivato e lungamente discusso fra varie sigle e componenti dell’associazionismo,che prende il largo. È piena - nei limiti consentiti dal distanziamento - la sala dell’Hotel Parco Tirreno, al quartiere Aurelio, che ospita l’evento: oggi c'è stata - nero su bianco - l’approvazione del documento politico-programmatico, del simbolo e l’elezione di una leadership collegiale, di 21 componenti (cinque sono donne). Perché questo nuovo partito, non vuole essere collocato da una parte o dall’altra dello schieramento, né vuole essere identificato come quello di Tizio o di Caio.

Lo aveva chiarito ieri il professor Stefano Zamagni nella sua relazione, dopo l'introduzione ai lavori di Eleonora Mosti. «Si chiude il secondo tempo, è arrivato il momento di prendere una decisione», ha premesso l’ex presidente dell’Agenzia per il Terzo settore. E la decisione, già scaturita dall’assemblea del 30 novembre scorso e rinviata solo a causa del Covid è, appunto, quella di dar vita a una nuova formazione «che parta dal basso, non da una leadership, che semmai sarà un punto di arrivo, non di partenza».

Un progetto per porre rimedio a una diaspora ormai trentennale, «concepita all’inizio con l’idea di favorire il bipolarismo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti - ha detto Zamagni - perché l’Italia non è bipolare e infatti il bipolarismo ha dato pessimi risultati, simili a quelli dei duopoli in economia». Un partito collocato rigorosamente al centro, perché «una democrazia liberale non può fare a meno di un partito di centro».

Ma non è tanto un problema di collocazione. È, soprattutto, una questione di contenuti, di temi, di valori, che sono stati progressivamente marginalizzati nel dibattito politico. «L’effetto del bipolarismo è stato la progressiva sparizione di un partito di ispirazione cristiana. E non si capisce perché questo pensiero non debba avere più dignità nella sfera politica». Il rischio, ora, è addirittura quello di una politica che non abbia più alcun pensiero, che si affidi alla democrazia diretta. Mentre, per Zamagni «la politica non deve limitarsi a dare delle risposte, deve anche saper giocare d’anticipo sui problemi, suscitando domande, perché altrimenti si rischia solo di inseguire i problemi che non si è stati in grado di prevenire».

Il professor Zamagni (di spalle) nella sua relazione introduttiva

Il professor Zamagni (di spalle) nella sua relazione introduttiva - .

Un partito, quindi, che sappia fornire una ri- cetta diversa dalla contrapposizione ormai datata fra statalismo e liberismo, «che hanno fallito entrambi», che promuova una «economia civile di mercato, in cui la famiglia sia soggetto, e non oggetto di mere elargizioni». Attento al magistero della Chiesa, «che però va letto per intero - ha concluso Zamagni - ad esempio la sostenibilità di cui parla il Papa, non è solo ambientale, ma anche antropologica ». No quindi alla «servitù digitale», alla tecnica che si sostituisce all’uomo. Sì invece alla centralità della persona umana e a un’Europa che si faccia interprete di questi valori. Dignità della persona, rispetto della vita, «famiglia come primo ambito di fraternità e cellula fondamentale della società», centralità dell’educazione, rilancio della dignità del lavoro. Politiche per l’integrazione. Rilancio della sussidiarietà vera, che rimetta al centro i territori e non mero decentramento politico. Sono queste le priorità contenute nel documento che oggi verrà approvato.

Nel corso della Santa Messa che ha preceduto l'inizio dei lavori, stamattina, un incoraggiamento è venuto, nell'omelia, anche dal cardinale Giovanni Battista Re: «C'è bisogno di forze nuove in questo momento difficile che l'Italia si trova ad attraversare - ha detto Re -. Per questo auguro successo per il vostro impegno. I cattolici insieme agli altri moderati - ha auspicato - diano il loro contributo, guardando al futuro con lungimiranza e coraggio».

Ricco il parterre. Ex dirigenti sindacali come Raffaele Bonanni e Natale Forlani, giornalisti impegnati nell’associazionismo pre-politico come Giancarlo Infante di Politica Insieme, Giuseppe Sangiorgi di Rete Bianca. Docenti come Mario Morcellini, Domenico Galbiati, Alessandro Diotallevi. Fra i fautori della prima ora del progetto anche il vescovo emerito Gastone Simoni, che tuttavia sottolinea il carattere non confessionale che dovrà avere questo nuovo partito che dovrà essere «laico, di ispirazione cristiana, aperto a non credenti che ne condividano il programma». In sala, in veste di osservatori, anche ex parlamentari del Pd come Nicodemo Oliverio ed Ernesto Preziosi, animatore di Argomenti 2000: «In realtà - ha sottolineato Prezioni - è l’intera democrazia partecipativa in crisi, non solo in ambito cattolico». Mentre Dario Sacchini, di Rinnovamento nello Spirito, ha sottolineato la centralità della «questione antropologica». «Urgente, al di là di ogni forma partito», anche per Domenico Menorello intervenuto a nome dell’Osservatorio Vera Lex.

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