.jpg?width=1024)
La curva del Calcio Foggia 1920 - ANSA
Fucilate, attentati incendiari, addirittura una bomba rudimentale vicino all’auto del vicepresidente. La mafia pugliese aveva invaso il campo a modo suo, con l’obiettivo di provocare la cessione del Calcio Foggia, per di più a prezzo ridotto. Ma la campagna di intimidazione violenta è stata smascherata dalla Dda di Bari, che ha arrestato 4 persone per tentata estorsione, danneggiamenti e incendio doloso: si tratta di quattro ultras legati alla batteria mafiosa Sinesi-Francavilla, diretta espressione della temutissima Società Foggiana. Una misura accompagnata da ben 52 daspo emessi dal questore nei confronti di altrettanti pregiudicati della provincia. La società è stata messa in amministrazione giudiziaria, in modo da preservarla da ulteriori condizionamenti: è la prima volta che accade per un club di pallone.
«Ringrazio le forze dell’ordine e la procura di Bari per esserci stati sempre vicini in momenti di assoluto sconforto» ha detto il socio di riferimento del Calcio Foggia 1920, Nicola Canonico, che era stato costretto a farsi da parte. « Le mie dimissioni dalla carica di presidente (di fatto avvenute il 31 marzo scorso, attualmente la società calcistica è guidata da un amministratore unico, ndr) sono state dettate da questo clima di pressione non più sopportabile - rivela ancora Canonico - È la prima volta in Italia che lo Stato vuole stare vicino attraverso l’amministrazione e ci affianca in questa delicata battaglia».
Il futuro della squadra, che si è appena guadagnata la salvezza in serie C vincendo i playout, è in bilico, ma secondo Canonico «ci saranno giorni e tempi diversi per parlare del Foggia sotto il profilo calcistico. Ora è tempo di leggere le carte». Secondo quanto emerso dalle indagini le azioni intimidatorie, dirette a costringere Canonico a cedere il controllo del club, erano scattate dopo il suo rifiuto di affidare di fatto al gruppo criminale i servizi di gestione del sistema delle sponsorizzazioni e degli accrediti per l’ingresso allo stadio, oltre che il controllo di assunzioni e rapporti professionali all’interno della società sportiva.
Gli attentati erano cominciati il 18 giugno 2023, con l’esplosione di colpi di fucile indirizzati all’autovettura dell’allora capitano del Calcio Foggia 1920, e culminati con la collocazione di un rudimentale e pericoloso ordigno esplosivo vicino all’automobile di Emanuele Canonico, allora vice presidente della società Foggia Calcio 1920, parcheggiata all’interno della sede dell’impresa edile “CN Costruzioni Generali s.p.a.” a Modugno. Nell’ambito delle indagini sono stati sventati ben due attentati incendiari ad autovetture in uso ai vertici del Foggia Calcio. In un caso, era stato individuato nella flagranza del reato un minorenne quale uno degli esecutori materiali.
«È un provvedimento, il primo nel panorama nazionale, che viene assunto dopo l’acquisizione di una serie di elementi che hanno evidenziato come ci fosse un forte condizionamento malavitoso nei confronti della società, tale da rendere necessaria l’amministrazione giudiziaria» ha spiegato il questore Alfredo D’Agostino, che ha parlato di «attività investigativa molto complessa». Il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha sottolineato che con l’amministrazione giudiziaria «si cerca da un lato di tutelare la società, dall'altro gli stessi tifosi di fronte a infiltrazioni provenienti dalla criminalità organizzata, che con la violenza vogliono imporre i loro desideri su tutta l'attività della società calcistica».
Secondo i pm, i 4 arrestati volevano «entrare all'interno del Foggia Calcio per propri interessi personali, per degli interessi che avevano degli sviluppi all’interno del clan». Un piano andato a monte grazie al coraggio di chi ha saputo dire no. « È assolutamente necessario denunciare - ha sottolineato Rossi - perché con le denunce abbiamo acquisito una serie di elementi importanti, e proprio per questo siamo stati capaci di intervenire per difendere il calcio sano».