Liliana Segre: sorpresa da tanto odio contro di me
di Redazione
La senatrice a vita: non capisco l'atteggiamento verso gli ebrei italiani che non c'entrano niente con le politiche di Israele. Dal 7 ottobre al 1° maggio almeno 345 episodi di antisemitismo

Ha parlato esplicitamente di «spaventosa ondata di odio e antisemitismo». A Milano, a margine dell’incontro “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” organizzato dall’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) al Memoriale della Shoah di Milano, la dura denuncia di Liliana Segre. «Ricevo minacce pazzesche – ha detto la senatrice a vita – ma ho visto di tutto. Come potrei avere paura a uscire di casa?». Durante l’evento milanese cui ha partecipato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, Segre si è detta sorpresa dell’odio «verso anche nei confronti di ebrei italiani che non c'entrano niente con le decisioni politiche di Israele e magari non le condividono».
Si tratta di affermazioni che trovano conferma nei numeri diffusi dall’Oscad secondo il quale dal 7 ottobre 2023 (data dell'attacco terroristico di Hamas) al 1° maggio scorso si sono contati almeno 345 episodi riconducibili all'antisemitismo, tra cui 41 “hate crimes”, ossia crimini d'odio motivati da un pregiudizio, 175 casi di “hate speech” (parole d’odio) e 112 casi di incitamento all'odio online. In questo lasso di tempo si sono svolte 1378 manifestazioni, di cui 1109 in solidarietà al popolo palestinese e solo 39 a sostegno dello Stato di Israele. Dal 7 ottobre – ha avvertito Piantedosi - abbiamo avuto il 1000% di aumento di segnalazioni di sentimenti d'odio: «Abbiamo alzato le barriere ma il sentimento di antisemitismo può alimentare forme di terrorismo».
Si tratta di affermazioni che trovano conferma nei numeri diffusi dall’Oscad secondo il quale dal 7 ottobre 2023 (data dell'attacco terroristico di Hamas) al 1° maggio scorso si sono contati almeno 345 episodi riconducibili all'antisemitismo, tra cui 41 “hate crimes”, ossia crimini d'odio motivati da un pregiudizio, 175 casi di “hate speech” (parole d’odio) e 112 casi di incitamento all'odio online. In questo lasso di tempo si sono svolte 1378 manifestazioni, di cui 1109 in solidarietà al popolo palestinese e solo 39 a sostegno dello Stato di Israele. Dal 7 ottobre – ha avvertito Piantedosi - abbiamo avuto il 1000% di aumento di segnalazioni di sentimenti d'odio: «Abbiamo alzato le barriere ma il sentimento di antisemitismo può alimentare forme di terrorismo».

Ma al di là della sua situazione personale, Segre ha voluto rivolgersi anche agli odiatori. «Mi preoccupo per loro – ha spiegato l’anziana sopravvissuta ad Auschwitz -. Perché, più che gli odiati, sono loro che andrebbero protetti e curati da un'equipe medica. Dico sempre che ho vissuto invano. Per 30 anni sono andata nelle scuole a raccontare ciò che era successo. E ritrovarmi a 94 anni a sentirmi dire “stai attenta, stai a casa”... A me piace vivere, sono attiva, ho tante passioni, sono una mamma e una nonna. E dovrei stare a casa perché qualcuno vuole ammazzarmi? No grazie».
E comunque «siamo sempre stati odiati e perseguitati. Ma nonostante la Shoah e tutto quello che possiamo raccontare, il popolo di Israele continua a vivere nell'indifferenza generale. Siamo accusati di tutto quello che noi per primi non vorremmo vedere» - ha continuato Segre ricorda alcuni momenti della sua infanzia: «Sono molto vecchia ma non posso mai dimenticare l'indifferenza con cui la popolazione, salvo poco eletti, prese le leggi razziali. E non posso essere mai diversa da quella bambina che avrebbe dovuto fare la terza elementare ma che veniva espulsa da scuola. Poche bambine, come me, erano nella stessa situazione e fu difficilissimo accettare di essere mandata via».
E comunque «siamo sempre stati odiati e perseguitati. Ma nonostante la Shoah e tutto quello che possiamo raccontare, il popolo di Israele continua a vivere nell'indifferenza generale. Siamo accusati di tutto quello che noi per primi non vorremmo vedere» - ha continuato Segre ricorda alcuni momenti della sua infanzia: «Sono molto vecchia ma non posso mai dimenticare l'indifferenza con cui la popolazione, salvo poco eletti, prese le leggi razziali. E non posso essere mai diversa da quella bambina che avrebbe dovuto fare la terza elementare ma che veniva espulsa da scuola. Poche bambine, come me, erano nella stessa situazione e fu difficilissimo accettare di essere mandata via».
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