La mamma in carcere con il neonato trasferita in una struttura protetta

Non ha nemmeno un mese, è stato in cella con la mamma romena in attesa che il magistrato si pronunciasse sulla sua sorte. Questa mattina il trasferimento
February 2, 2024
La mamma in carcere con il neonato trasferita in una struttura protetta
Ansa | Una madre in carcere
Si chiama Aslan e non ha neanche un mese. È stato in carcere, a Torino, in attesa che un magistrato si pronunciasse sulla sua sorte e su quella della madre, una giovane romena detenuta «senza essere stata condannata e soprattutto senza aver visto ancora un avvocato». A scoprirlo, ieri, è stato il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Marco Grimaldi, durante una visita alla casa circondariale “Lorusso e Cotugno”. Il parlamentare si è appellato al ministro della Giustizia Carlo Nordio «affinché intervenga subito» per «sanare una situazione inaccettabile».
E così è stato: questa mattina la giovane mamma con il suo piccolo è stata trasferita dal penitenziario all'Icam, l'istituto a custodia attenuata per madri detenute attiguo alla casa circondariale e dedicato proprio alle donne detenute con figli. Il trasferimento è stato disposto in seguito all'ordinanza emessa dal Gip di Pistoia, dopo che ieri la direzione del carcere si era immediatamente attivata chiedendo lo spostamento all'autorità giudiziaria competente e individuando la struttura.
«Da subito la direzione dell'istituto aveva chiesto lo spostamento e immediatamente, già nella giornata di ieri, era stato individuato l'istituto di Custodia attenuata per detenute madri di Torino. Appena arrivato il provvedimento del giudice competente si è provveduto allo spostamento», sottolinea un comunicato del ministero della Giustizia.
Nello stesso carcere torinese, però ci sarebbe un’altra donna con 2 figli, di 1 e 3 anni. Questi bambini, aveva spiegato Grimaldi, non dovrebbero trovarsi dietro le sbarre e «chiediamo al governo e alla maggioranza di tornare indietro sul veto che hanno posto alla proposta di legge delle opposizioni che puntava a tutelare le madri detenute».
A marzo dell’anno scorso, in commissione Giustizia della Camera, il centrosinistra fu costretto a ritirare la proposta che dava la possibilità alle donne con figli entro i 3 anni di stare in case famiglia anziché in carcere. Il centrodestra, infatti, presentò emendamenti sulla perdita della patria potestà per recidiva e abrogazione del differimento della pena per donne incinte o con figli minori di un anno. Una norma che lo stesso governo ha poi inserito in un cosiddetto “pacchetto sicurezza” a novembre, approvato in Consiglio dei ministri, ma «mai arrivato in Parlamento », denuncia la dem Serracchiani, che aggiunge: « Abbiamo chiesto di poter leggere il testo, ma ci è stato detto che non è disponibile. Un vero mistero». Nessun giallo, assicura invece il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni: « Siamo pronti a discutere il provvedimento appena sarà calendarizzato».

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