La clamorosa corsa a riparare gli Airbus (anche quello del Papa)

Richiamati circa seimila A320 dopo l’incidente JetBlue: una vulnerabilità del software di volo, legata alle radiazioni solari, secondo il gruppo impone lo stop immediato. Cancellazioni e ritardi in tutto il mondo
November 29, 2025
Passeggeri in fila all'Haneda Airport di Tokyo, dopo la cancellazione dei voli
Passeggeri in fila all'Haneda Airport di Tokyo, dopo la cancellazione dei voli
Il richiamo senza precedenti di circa seimila Airbus A320, annunciato dal gruppo europeo all’indomani dell’incidente occorso a un volo JetBlue negli Stati Uniti, segna uno dei momenti più delicati per l’industria aeronautica civile degli ultimi anni. E il fatto che tra i velivoli ci sia anche quello che trasporta il Papa nel suo primo viaggio apostolico rende la notizia ancora più ecalante. La decisione – drastica nelle modalità, immediata nelle conseguenze – affonda le sue radici in un’anomalia tecnica che Airbus descrive come «vulnerabilità alle radiazioni solari» del software di controllo di volo. Una falla capace di corrompere i dati essenziali del sistema di comando dell’elevatore (ELAC), con effetti potenzialmente imprevedibili. È accaduto il 30 ottobre, quando un A320 diretto da Cancún a Newark ha improvvisamente iniziato a picchiare sul Golfo del Messico senza input dei piloti, costringendo l’equipaggio a un atterraggio di emergenza a Tampa. Alcuni passeggeri sono rimasti feriti. L’indagine interna condotta dal costruttore europeo ha portato, nel giro di pochi giorni, a un messaggio perentorio agli operatori: sospendere i voli di tutti gli aeromobili equipaggiati con la versione incriminata del software e procedere immediatamente a un rollback alla release precedente. Per la maggior parte degli aerei si tratta di un intervento rapido, di poche ore. Ma per circa mille velivoli servirà ben altro: la sostituzione dell’hardware dei computer coinvolti, un’operazione che richiederà settimane e che sta già paralizzando rotte e programmazioni in mezzo mondo.
Tra gli aeromobili interessati, lo si diceva, anche l’Airbus A320 di Ita Airways che trasporta Papa Leone XIV, in visita per la prima volta all’estero in Turchia e Libano. Il velivolo subirà la sostituzione di un componente, ha fatto sapere il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni: l’aereo è in viaggio verso Istanbul con un tecnico che effettuerà l’intervento, a seguito di un avviso del produttore europeo. 
La cascata di ritardi e cancellazioni è globale. Air France ha annullato 35 voli in un solo giorno; Avianca, con il 70% della flotta coinvolta, prevede «importanti disagi» per almeno dieci giorni e ha sospeso la vendita dei biglietti fino all’8 dicembre. Nelle Filippine, Philippine Airlines e Cebu Pacific hanno cancellato oltre 40 voli. Le compagnie statunitensi, pur colpite in misura minore, stanno correndo ai ripari: American Airlines conta di aggiornare la stragrande maggioranza dei suoi A320 entro poche ore, mentre Delta e United – inizialmente convinta di essere fuori dal perimetro del richiamo – hanno avviato gli interventi sui velivoli interessati. Il nodo, tecnicamente complesso, tocca anche la catena dei fornitori. Il sistema coinvolto è prodotto da Thales, che però si affretta a precisare che «la funzionalità interessata è supportata da un software non di nostra responsabilità». Airbus, dal canto suo, non ha chiarito chi abbia sviluppato e aggiornato la versione difettosa. Un silenzio che non contribuisce a dissipare le perplessità su un incidente tanto atipico quanto potenzialmente pericoloso.o on gli Airbus
Sul fronte regolatorio, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ribadisce la priorità assoluta della sicurezza rispetto a qualsiasi considerazione commerciale, pur riconoscendo che l’impatto operativo sarà «significativo». E Airbus si scusa apertamente con clienti e passeggeri, consapevole che il richiamo colpisce il suo fiore all’occhiello: l’A320, l’aereo più venduto al mondo, simbolo della sua affermazione sul rivale Boeing. Resta ora da capire in quale misura l’anomalia, attribuita alle “intense radiazioni solari”, possa configurarsi come un episodio isolato o come il segnale di una fragilità sistemica nei software di nuova generazione. È un interrogativo che pesa sulle prossime settimane, mentre hangar e ingegneri si preparano a un lavoro febbrile e i passeggeri, da Bogotà a Manila, si ritrovano nell’occhio di una crisi tanto imprevista quanto globale.

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