Opinioni

Unioni civili. Da Malta una lezione di libertà

Francesco Ognibene venerdì 28 marzo 2014
«Non posso, la mia coscienza mi impone di non firmare questa legge». Verosimilmente, è ciò che si è sentito dire il primo ministro maltese Joseph Muscat, quando con l’aria di chi deve sbrigare una formalità ha sottoposto al presidente della Repubblica George Abela il testo della nuova disciplina sulle unioni civili, aperte anche a persone dello stesso sesso ed equiparate al matrimonio. Politicamente uno schiaffo. Moralmente anche di più. In pubblico il premier ha ostentato sicurezza affermando che la posizione del presidente è un fatto personale e garantendo che per veder promulgata la discussa legge si tratta di aspettare solo qualche settimana, visto che il mandato di Abela termina il 4 aprile. Ma resta la forza di un gesto simbolico che lancia un messaggio assai più ampio della sua efficacia materiale. Difficilmente il Partito laburista al governo mollerà la presa proprio a un passo dal traguardo, ma non volere il proprio nome in calce a un provvedimento che di fatto snatura il matrimonio negando che sia esclusivamente l’unione di un uomo e una donna significa affermare davanti al proprio Paese che la libertà di coscienza vale più della ragion di Stato e della stessa appartenenza politica (Abela è laburista come Muscat). La considerazione pragmatica che poi la legge passerà per la sospirata firma al successore designato nella più alta carica dello Stato, Marie-Louise Coleiro Preca, altra laburista, va in secondo piano di fronte alla proclamazione spiazzante della propria dignità umana e politica non soggetta ad alcun calcolo, interesse, vantaggio. Per capirci: solo un mese fa alcuni tra i deputati belgi che avevano votato a favore della legge per estendere l’eutanasia ai bambini dissero di non condividerla ma che un’eventuale bocciatura avrebbe sgambettato un governo precario messo in piedi dopo mesi di trattative. In un clima morale così nebbioso la firma del re sotto una legge aberrante era sembrata inevitabile. Nel 1990 per non avallare la legge sull’aborto Baldovino aveva abdicato per un giorno: la legge passò lo stesso, poi ne arrivarono altre anche peggiori. E Malta sembra non fare eccezione. Ma da allora chi cerca un esempio per affermare la propria libertà sa a chi guardare.